Juan de Miranda, Osservationi della lingua castigliana



A' LETTORI

Giovanni Miranda

 

Molte volte ho considerato da che io sono uscito di Spagna et ho conversato in questa beata Provincia quanto diletto suolete prendere voi italiani della vaghezza e leggiadria della nostra lingua et con quanta cura alcuni di voi cerchiate di apprenderla; et appresso ho sovente mirato che coloro che presumono di saperla esprimere ottimamente et d'esserne compiuti possessori, sono piu lontani che non si credono dalla intera cognitione di lei. Perche ho desiderato di darne alcuna regola a vostra sodisfattione, ma tremendo il giudicio di alcuni che vívono più atti a stratiar le fatiche de gli altri che a dar giovamento al mondo, non ardiva di porre in cio mano, se gli sproni del mio desiderio et consigli del Signor Gabriel Giolito, il quale già tanti anni studia di compiacervi, ornando le sue belle stampe di cose che vagliano a recarvi in un tempo et utilità et dilettatione, non mi havessero cacciato all'impresa. Ho dunque ridotte insieme alcune regole col mezo delle quali potrà ciascuno impadronirsi perfettamente del nostro spagnuolo idioma; et le ho publicate sperando che habbiate a gradire la presente opera mia, nella quale si come io ho usata ogni diligenza ad utile vostro et a vostro contento, cosi vi prego a ricever da me, o vero l'intentione con cui mi son affaticato, o con l'intentione l'effetto, s'egli vi porgerà quello ch'io bramo. State sani.