[De' participij]
I participij in lingua Spagnola sono di tre tempi |234| come nella latina, cioè di presente, passato e futuro.
Di presente sono: amante, leyente, oyente, escriviente, sirviente, creciente, menguante, paciente, teniente, conosciente, ecc., che si risolvono per il pronome el e il relativo que cosi: El que ama, el que lee, el que oye, el que sirve, ecc., e in Italiano diciamo amante, leggente, udente, ecc., cioè colui che ama, legge, ode, ecc.
I participij del passato ne' verbi della prima e terza cogniugazione finiscono in do e si formano dall'infinitivo, mutando la r in ido, come amar, amàdo, oyr, oydo, ecc.
I participij del passato ne' verbi della seconda cogniugazione mutano la sillaba er in ido come leer, leìdo, sabèr, sabìdo, querèr, querìdo, escogèr, escogìdo, ecc.
Si cavano da queste regole i seguenti verbi: saltàr che fà suèlto; morìr, muerto; hazèr, hecho; dezìr, dicho; ponèr, puèsto; escrivìr, escrìto; boluèr, buelto; cubrir, cubierto; confundir, confùso; despertar, despierto;
abrir, abierto e ver che forma finalmente visto.
Per formare i participij del futuro si servono gli Spagnoli della circunlocuzione col verbo ser, così: El que ha de ser amàdo, leydo, oydo, ecc. che diciamo, Colui che hà da esser'amato, letto, udito, ecc.