Giovanni Mario Alessandri d’Urbino, Il paragone della lingua toscana et castigliana



[PRONOMI]

 

Questi due pronomi del primo caso, io, che i nel verso ancor si dice, et tu, che sono della prima et della seconda persona, hanno ne gli obliqui me, te et mi, ti, con questa differenza, che queste particelle di, a, da s'antepongono a me, te et non a mi, ti, dicendosi di me, di te, a me, a te, da me, da te et non di mi, di ti, a mi, a ti, da mi da ti.

Se è pronome della terza persona, ma senza primo caso et negli obliqui, tanto del minor quanto del maggior numero si varia con le particelle in e, di se, a se, da se, et non si dice di si a si, da si.

Ben ch'i latini si servono del 6º caso in queste locutioni, lamentar di me, avisar di te, parlar di se, et del 4º caso con queste prepositioni, appresso di me, dinanzi di te, fuori di se, niente di meno i toscani in ciò usano il secondo caso oltre a gli altri che si potranno vedere in altri luoghi.

Il terzo caso di questi pronomi s'usa con la particella a come s'è detto in e, fu caro a me, pareva a te, piacque a se, et senza la particella, in i, mi promise, ti fu grantissimo, si compiacque, era mi di molta sodisfattione, parevati poca fatica, si propose tutte le glorie.

Nel 4º caso si truova la terminatione(1) in e et in i dinanzi et dopo 'l verbo, forsi non vincerebbe me(2) et non lascerebbe te per altri, mentre che mirava se stessa, me non havevi da biasmar tu, te pur ingannò che la volesti seguire, se, et non le sue gioie, gittò nell'acqua, mi chiama, ti seguita, si tormenta, conoscemi, non cessa di lodarti, veggendosi.

Ne cosi alla libera s'hanno da usare questi pronomi in e et in i nel 4º caso senza la particella per, overo altra(3), anzi s'ha d'avertire che quando questi pronomi hanno enfasi o significano distintione di persone et hanno rispetto ad altra cosa detta, o che s'habbia a dire, si terminano in e, ho deliberato di voler te avanti che alcun altro per marito(4), il che non succede quando si terminano in i, ne alcuni pochi essempi che si trovano in contrario torranno l'autorità che conviene a questa regola, quando vi è(5) prepositione si termineranno sempre in e, attorno me, presso te, dinanzi se.

Noi et voi sono pronomi del numero maggiore che nascono da io et tu del minore et regolarmente haveriano da usarsi solo per dimostratione di piu persone, poi che sono voci del numero maggiore, nientedimeno parlandosi hoggi o scrivendosi da signori a suoi vassalli et molte volte da altri altrimente si dice noi in luogo di io, il qual uso viene da latini, ma la cagione di questo uso non vien già da loro, per che quella maniera che quelli tennero nel servirsi di noi in luogo di iofu per humiltà, et hoggi mi pare che sia per grandezza, il che giudico che si possa escusare allegandosi per ragione che i prencipi cosi parlano o scrivono per dimostrare il nome della dignità aggiunta al nome proprio.

Fu similmente ritrovato il dire voi ad un solo per honorarlo et è voce in questo senso usitatissima et posta in luogo di tu, ma non ha origine dal latino, il qual pronome tu ancor che sia voce di tanta dignità c'habbia meritato d'essere imbasciatrice de' nostri prieghi al sommo Dio, nientedimeno si vede quasi sbandita dalli sermoni del nostro tempo in luogo della quale succedono tanti titoli c'hormai per parlar correttamente bisognerà tenerne un calendario, come eccellenza, signoria, riverenza, magnificenza con tante qualità aggiunte che bisognerebbe tutta l'età d'un huomo a saperle et a poterle a punto discernere et darle secondo il vario appetito delle persone.

Intorno alle quali cose mi soviene che 'l dar titoli diversi a signori de vassalli et de dignità et d'officio mi pare molto lodevole, perche essendo la signoria da Dio, è ragione di ubbidire et con ogni debito et ragionevol modo di riverire i signori, da l'altra parte mi par molto mal fatto, et senza alcun termine di giuditio, che persone particolari non solamente senza vassalli et senza dignità et officio, ma senza pane da mangiare s'habbiano da trattare in Italia di signoria, et non si facendo s'intenda lasciato per far ingiuria, ne mi pare che si possa allegare per iscusa di questo errore manifesto che in ciò si dimostri cortesia et che cosi il parlar sia piu politico, perche questo potrebbe procedere quando la signoria non fosse propria de'(7) signori di titolo alli quali di ragione conviene, et non è giusto, che poi che Iddio ha voluto ch'alcuni siano signori, alcuni nò, habbiamo noi da trattar tutti egualmente.

In questo, oltre ad infinite altre cose che hò visto in Hispagna piene di religione et di virtù, truovo che castigliani non hanno tanto abuso di signoria cosi confusamente, la qual non danno se non a signori molto qualificati et come si deve dare, ma hanno il nome di mercede, la qual non fa ingiuria alcuna alla signoria, voce veramente politica, honorevole et modesta, della qual si contentano i cavalieri, ne sene sdegnano et s'honorano i populani. Onde chi dice che spagnuoli habbiano seminato per tutti i campi d'Italia il nome di signoria ben dimostra di non haver vista Spagna nè i suoi modestissimi costumi.

Un'altro mal uso regna hoggi et è d'alcuni signori quali parlando o scrivendo ad alcuno che lor paia di dishonorarlo co'l dargli del voi et di troppo honorarlo co'l dargli della signoria, gli parlano o scrivono in terza persona con tanta confusione de pronomi egli, li, le, suo, sua, suoi, sue et altri, che molte volte non se ne può cavar sentimento alcuno, ma lasciati da parte questi abusi i pronomi noi et voi rappresentano propriamente piu persone et appresso noi una sola per dignità et voi una sola per honore(8).

Con le particelle de, a, da si dice nell'uno et l'altro senso di noi, di voi, a noi, a voi, da noi, da voi, et nel 4º caso con prepositione et senza, noi et voi, haver pensier di noi, con licentia di voi, honore di noi, ricordarsi di voi, soccorrere a noi, servire a voi, imitar noi, ricevere voi, verso noi, dopo voi, fu salvato da noi, la nostra speranza dipende da voi.

In luogo di noi si dice ci, et di voi, vi, nell'uno et l'altro significato nel 3º et 4º caso, nè ricevono alcun segno di caso, ci chiuse il passo, vi risponde, ci prende, vi spoglia.

Ma per che s'usano in et ancora ce, ve, come me, te, se secondo diverse regole, si mostrerà(11) il modo come si possa conoscere quando in e et quando in i tutti s'habbiano da terminare, però avertansi gli(12) ordini seguenti.

Quando la voce ne è di adornamento et si pone fra questi pronomi e 'l verbo o dinanzi o dopo la terminatione ha da essere in e nel 3º et 4º caso, il prencipe ancor c'havesse pochi cavalli me ne donò due, chiederanno perdono ma so che non tene sodisfarai, sene prese consiglio, se poi mene pentirò mio danno, vommene, vattene, per che non tene consigliavi con gli amici?, egli troppo sene vantava, cene andassimo a stare(15), cene tolse gran parte, vene averrà male, cene vergognammo per amor suo, disdirmene, toccartene una, sentendosene due adosso, dolevacene con tutto il cuore, pregandovene buon successo, innamorarmene ardentemente, riputartene savio, veggendosene poco honorato, delettarcene con danno, offendervene tanto.

Se precede la ne negativa, finiscono in i, ne mi vuol vivo(16), ne ti negherà la tua patria, ne si pregia senza ragione, ne ci sospinse a far male, ne vi sostenne lungo tempo.

Ponendosi i pronomi la, le, li, gli, lo, de' quali appresso si ragionerà, dopo questi cinque pronomi primitivi tanto dinanzi quanto dopo 'l verbo, il fin loro è in e, me la guadagnai, tele tolse, se li portò, ce gli apparecchiava, ve gli ucciderebbe, mi disporro a combatter me la, dar me lo, rendendo me la, accompagnar tele, voleva se li raccomandare, fattoselo chiamare, acquistar cegli in guerra, trovandovelo inimico, vel mostrerò, vel dirò. Quando là è averbio ritengono questi pronomi la terminatione in i, non dovevi mandarmi là, là ti condusse, là ti ritornerebbe, gittarci là et là vi restituirà il vostro.

Ne ancora quando è pronome si pone in luogo di noi in 3º et 4º caso, ne promise pace, ne porterà in cielo, ciò è a noi promise pace et noi porterà in cielo, et dalle prose et dalle rime non si termina mai se non in e, ne sarebbe gran biasimo(20).

Hanno maggior enfasi noi, voi, che ci, vi, ce, ve, ne et maggior distintione di persone et rispetto a quello che s'ha da dire o s'è detto quantunque molte volte siconfondano.

Si radoppiano le prime lettere di mi, ti, si, ci, vi, ne quando si congiungono dopo 'l verbo c'habbia l'accento nell'ultima sillaba, mandommi, perdoneratti, fidossi, pensossi, ascolteracci, dinne alcuna cosa, vedravvi et in ogni altro luogo dove sia l'accento nell'ultima, il che si potrà vedere nelle congiugationi.

Per ornamento si pongono questi pronomi assai volte ne significano cosa alcuna, come si può conoscere facendosi restare la oratione senza essi, mi sto in casa, stommi in casa, non so che mi fare, ti rimanesti in piazza, restati qui, non sa che si dire o non sa che dirsi, si sta a piacere(23), stassi a sollazzo, ci godiamo questo giardino, goderemoci questi frutti, vi pensate che io sia di ferro?, qualunque s'è l'una di queste cose, pensatevi ciò che volete, io mi vivo, tu ti giaci, colui si pensa, noi ci passiamo il tempo, voi vi credete, coloro si vanno con Dio. Senza significato alcuno qualche volta si pongono la, le, li, il, gli, lo, et qual è la mia vita ella se 'l vede(25), voi il conoscete quanta ragione io habbia, quello che tutto 'l mondo non haveva potuto vincere, la morte lo superò. Tutti questi pronomi abbondano quanto al significato, ma togliendosi, rimarria l'oratione molto nuda et senza leggiadria alcuna(26), sono dunque alcune cose che si permettono da la lingua senza poter sene render ragione non è, però, da usar molto questo modo di porre i pronomi raddoppiati senza significatione, per ciò che non manca altra maniera di comporre piu leggiadramente la oratione, et benche un certo autor dica, il qual negar non voglio, esser possibile lui esser beato(27), non è però da imitarlo essendo cosa(28) rada, et dove tu a me per moglie non mi vogli(29), si comporta, ma io lo fuggerei, per che non è molto frequentato, come non è molto spesso ancora il dire, io v'entrerò dentro io(30), et somiglianti. Si variano questi tre prencipali pronomi a questo modo:

 

Iodi mea memeda memi nel 3º et 4º caso
Noidi noia noinoida noine et ce et ci nel 3º et 4º caso(31)
Tudi tea teteda teti nel 3º et 4º caso
Voidi voia voivoida voive vi nel 3º et 4º caso
Di sea seseda sesi nel 3º et 4º caso

 

Con alcuna diversità usano castigliani questi primi tre pronomi nel numero del meno et, nel primo caso, i due pronomi della prima et della seconda persona sono quasi come i toscani a questo modo, yo et tu. Il terzo pronome non ha primo caso ne gli obliqui con le particelle de, a, de,(32) per lo 2º, 3º et 6º caso et con alcuna prepositione per lo 4º caso. Tutti e tre si terminano in i, come de mi, a mi, por mi, de mi, de ti, a ti, por ti, de ti, de si, a si, por si, de si a questo modo, tener piedàd de mi, haver lastima de ti, no se acuerda de si, hazer daño a mi, aconteciò a ti, persuadiò a si, por mi no os ha venido màl ninguno, por ti he perdido mi hazienda, sin favor de nadie, y por si alcançò esta mercèd, se quexa(33) de mi, hay de ti, se olvida de si.

Senza particelle de casi et senza prepositione hanno questi tre pronomi solo il terzo e 'l quarto caso con la terminatione in e, me, te, se, me desplaze, te parece, se puso fuego en casa, me offende, te pregunta, se retirava a la ciudàd, acontecio me ganàr mucho en aquella guerra, restavate solamente tu valòr para vivir, escogiose lo peòr, alabarme, hallarte, moverse.

A(34) dimostratione di piu persone, nel numero del piu usano per prime persone nosotros et per seconde vosotros in tutti i casi con le sue particelle a luoghi oportuni, come nosotros deseamos esto, vosotros me preguntays, de nosotros es el trabajàr y de vosotros el holgàr, a nosotros sirve, a vosotros manda, peleava contra nosotros y contra vosotros, se alexava de nosotros y de vosotros.

Et a dimostratione di una sola prima persona per dignità dicono nos in cambio di yo et di una sola seconda per honore dicono vos(35) in luogo di tu in tutti i casi, come nos don Antonio d'Aragòn duque de Montalto et ad un solo, vos no respondistes a mi carta, et si variano con le sue particelle nel 2º, 3º et 6º caso, et con alcuna prepositione et senza nel 4º caso, come no ha tenido cuydado ni de nos ni de vos ni aun de nuestro reyno, havia de supplicàr a nos o a nuestro consejo, este mandado se havia hecho por nos y por nuestro consejo, no se pueden escrevìr de vos, si no cosas muy excelentes.

Nel 3º et 4º caso solamente senza particelle et senza prepositione alcuna si servono castigliani di questi pronomi nos, vos, os, come faciamo noi de ci, vi, ce, ve, ne et ciò tanto a dimostratione di piu persone in luogo di nosotros et di vosotros, quanto a dimostratione di et nos di vos quando si pongono, come ho detto per yo et tu, come nosotros vos preguntamos de las Indias y vosotros no quesiestes dezir nos la verdàd, et parlando un solo dice, iusto fuera os huvierades emendado en vuestro vivìr, pues tantas vezes nos haveys prometido os corregiriades.

Si dice ancora vos mandamos, vos rogamos et mandamos vos, rogamos vos, en este caso vos iuro señor que no he podido escrevir vos y embiarvos aquellos libros, però piu leggiadramente si dice, et senza comparation è piu in uso, os, come os mandamos, os rogamos, no he podido escreviros y embiaros aquellos libros, a penas os queda tiempo para dormìr y comèr quanto mas para os recreàr y regalàr, aunque sea poco, no tengays señòr en poco elegiros por amigo y teneros por señòr.

Come toscani dicono io mi maraviglio, tu ti maravigli, quegli si maraviglia, noi ci maravigliamo, voi vi maravigliate, quelli si maravigliano, del che si dirà ne' verbi, cosi dicono castigliani yo me aparto, tu te apartas, aquel se aparta, nosotros nos apartamos, vosotros os apartays, aquellos se apartan, ma per che in questo luogo nos et vos rappresentano piu persone, per che precede nosotros et vosotros, quando sarà un solo et parlerà in plurale per nos in luogo di yo, et cosi quando ad uno solo si dirà vos in luogo di tu, il verbo procederà a questo modo, yo me aparto, tu te apartas, aquel se aparta, nos nos apartamos, vos os apartays, aquellos se apartan, et come toscani possono tor via il noi et voi et dire ci maravigliamo et vi maravigliate, cosi castigliani togliendo le prime voci sudette nosotros, vosotros et nos et vos dicono nos apartamos, os apartays, ma quando fusse necessario fare distintione di persone sarebbe ancora necessario di ritenere dette prime voci, come nosotros nos apartamos y vosotros os quedastes y antes que vosotros os apartasedes, nosotros llegamos alas galeras, et quando nos et vos servono per yo et tu, si dirà per distintione necessariamente, vos quedastes y nos nos apartamos, nos quedamos y vos os apartastes. Il pronome se, accompagnando si con gli altri pronomi me, te, nos, os, le, la los, les, las, sempre si prepone, come se me offreciò, que razòn tan escusada se te bolviò del cerco de los dientes(37), el capitàn se nos encomendava, se os muestra por muy servidora, se le dio a conocer, sela tomò o se las tomò, se lo mercara o se los mercara, se les desculpava.

 

 

 

DECLINATIONI DE PRONOMI CASTIGLIANI

 

Yo, de mi, a mi, por mi, de mi, et in 3º et 4º caso, me.% Quando si tratta di piu persone si dice, nosotros, de nosotros, a nosotros, nosotros, de nosotros, et in 3º et 4º caso, nos.

Quando si tratta di uno solo per dignità in cambio di(39) yo si dice, nos, de nos, a nos, nos de nos, et in 3º et 4º caso, nos.

Tu, de ti, a ti, por ti, de ti, et in 3º et 4º caso, te.

Quando si tratta di piu persone si dice, vosotros(40), de vosotros, a vosotros, vosotros, de vosotros, et in 3º et 4º caso, vos, os.

Quando si tratta di uno per honore in luogo di tu, vos, de vos, a vos, vos, de vos, et in 3º et 4º caso, vos, os.

Nel numero del meno et del piu, de si, a si, por si, de si, nel 3º et 4º caso, se.

Per ornamento si pongono senza bisogno alcuno me, te, se, nos, os alcuna volta, aqui me estoy por que te stas holgando y assi nos passeamos en esta tierra, os comeys vuestra hazienda, se piensan de engañar nos et dopo 'l verbo, estoyme aqui, estaste holgando, passeamos nos en esta tierra, comeys os vuestra hazienda, piensan se de engañar nos, et dopo 'l verbo, estoyme aquí, estas te holgando, passeamos nos en esta tierra, comeys os vuestra hazienda, piensan se de engañar nos.

Si raddoppiano molto frequentemente due pronomi in un medesimo caso obliquo dove è forza ch'uno d'essi abbondi, siendome possible a mi, a si Dios(41) a mi me salve, a mi no me pesa tanto, a ti te plaze aquesto, asi se hizo el daño, a vosotros se os escondio, a nosotros entonces se nos apparesciò delante, al quàl luego le dixo, al siervo el señòr le recoje.

Rarissimo è questo modo di dire a toscani et si fugge assai come cosa soperchia, a castigliani è frequentissimo et proprio, ma non di maniera che 'l porre i semplici non sia molto piu in uso.

S'aggiungono questi pronomi me, te, se, noi, voi alla prepositione con, a questo modo fra toscani, con me, con te, con se, con noi, con voi et meco, teco, seco, nosco, vosco, ma questi due ultimi sono del verso, con meco, con teco, con seco, con esso meco, con esso teco, con esso seco, con esso noi, con esso voi.

Dicono castigliani conmigo et con migo, con tigo, con sigo, con nosotros, con vosotros per piu persone, con nos in cambio di con me et con vos in luogo di con te.

 

 

Dalli pronomi sudetti io, tu, se si derivano mio, tuo, suo voci del maschio del neutro nel numero del meno, del quale è mia, tua, sua della femina. Sono del numero del piu miei, tuoi, suoi del maschio et mie, tue, sue per la femina, come il mio studio, il tuo ingegno, il suo guadagno, il mio, la cosa mia, il tuo, la cosa tua, il suo, la cosa sua, i miei versi, i tuoi pensieri, i suoi regni, la mia autorità, la tua habilità, la sua diligentia, le mie opere, le tue terre, le sue galee, i quali pronomi si possono ponere tutti dopo 'l sostantivo ancora senza differenza alcuna.

Molto diverse in cio ritruovo l'uso de' castigliani, i quali hanno due sorti di questi pronomi derivati da yo, tu, si, l'una si termina nel numero del meno in i et in u, mi, tu, su, et nel maggior numero mis, tus, sus, li quali tutti servono al maschio et alla femina et si pongono dinanzi al sostantivo inmediatamente, mi suegro, mi nuera, tu primo, tu prima, su sobrino, su sobrina, mis deudos, mis agüelos(42), tus nietos, tus nietas, sus hermanos, sus hermanas, si pone ancora alcuna volta un aggettivo in mezo restando pur dinanzi questi pronomi et alcuna volta si antepone, sus dos cavalleros, sus tres hermanos, su infelice hado, sus tristes lloros, solo su pensamiento, todo su desseo et si pongono come ho dimostrato qui senza articoli ordinariamente; alle volte, però, si trovano con articolo, come la su amiga, ma fra moderni castigliani lo ritrovo rarissime volte et mi pare che sia poco bene preporvi l'articolo.

L'altra sorte è mio, tuyo, suyo voci del maschio et del neutro, mia, tuya, suya della femina nel numero del meno et mios, tuyos, suyos del maschio, mias, tuyas, suyas della femina nel maggior numero, le quali voci si pongono dopo 'l sostantivo dal neutro in fuori che non ha bisogno di sostantivo, el rostro mio, la renta mia, el cuerpo tuyo, la pierna tuya, el pie suyo, la rodilla suya, los cabellos mios, las narizes mias, los ojos tuyos, las orejas tuyas, los coraçones suyos, las venas suyas.

Dinanzi al sostantivo si truovano, ma tra essi e 'l sostantivo vi è qualche dittione in mezo, mia es la honrra, tuyo es el dinero, suyo es el provecho, no fueron mios estos consejos, tuyos son los officios, suyas fueron aquellas palabras. Si pongono soli questi pronomi per rappresentare alcun sostantivo già detto, dixistes que aquella obra era vuestra, pero no es si no mia.

Il neutro si pone solo, lo mio, lo tuyo, lo suyo, per la cosa mia, la cosa tuya, la cosa suya.

Si derivano da noi et da voi questi due pronomi nostro, vostro del maschio et del neutro, nostra et vostra della femina, nel numero del meno, nostri, vostri del maschio, nostre, vostre della femina in quello del piu et si pongono dinanzi et dopo 'l sostantivo, il nostro stratio, lo stratio vostro, il vostro castello, il castello vostro, egli si pigliò il nostro e 'l vostro, cio è la robba o cosa nostra et vostra, nostri et vostri [atti](45), atti nostri et atti vostri, nostre et vostre difese, difese nostre et vostre.

Da nosotros et vosotros et da nos et vos si derivano da castigliani i medesimi pronomi nuestro, vuestro, maschio et neutro, nuestra, vuestra, f. del minor numero, nuestros, vuestros, maschio, nuestras, vuestras, femine del maggiore, quali si pongono arbitrariamente dinanzi et dopo 'l sostantivo, nuestro animo et el animo nuestro, vuestro tiempo, tiempo vuestro, nos ha quitado lo nuestro y os ha quitado lo vuestro, nuestra habla, vuestra republica, habla vuestra, republica vuestra, nuestros compañeros, vuestras calidades.

 

 

Le cose che sono dal lato di colui che parla s'esprimono co'l pronome questo, m. et n., questa, f., questo principio, questa donna, ma avertosi che nel primo caso non si dice questo del maschio senza sostantivo, come questo pensiero, questo horrido cominciamento, questo costume, et se si truova altrimenti o sarà de' poeti o di abuso. Negli obliqui s'usa accompagnato da sostantivi, come di questo vento, a questo fine, per questo paese, da questo monte et ancora rappresentativo di sostantivo, s'udivano in casa molti lamenti et grandissimo pianto, ma ne a questo ne a quelli(46) si dava orecchio.

Per lo neutro è usitatissimo il dire questo in tutti i casi ne vi bisogna altro sostantivo, questo s'aspetta, dopo questo fu inteso, dicesi ancora ciò, per questa cosa in tutti i casi, ciò non mi aggrada, in ciò non mi trovai.

Et per rappresentare alcun sostantivo nel primo caso solamante senza compagnia di sostantivo, si dice questi del minor numero, avisando che questi accorto non sene fosse(48), et questi è cosi magnifico come huom dice(49), come essendosi parlato d'alcuno si potrà seguire, questi mi porgeva tanto di piacere, questi ogni giorno mi inquietava, et altri di questa sorte.

Appresso poeti si dice ancora alle volte esto, m., n., esta f., per questo, questa, il pronome sta in luogo di questa s'aggiunge a tre parole, mane, sera, notte, sta mane, sta sera, sta notte.

Nel numero del piu in tutti i casi si dice questi, m., queste, f., cosi rappresentando come accompagnando il sostantivo, questi caldi, queste feste, havevano apparecchiato camere et letti et cosi questi, come quelle, furo ricusati.

In luogo del pronome questi et questo, m., questa, f., in tutti i casi per l'huomo si dice costui, per la donna costei, rappresentativamente, costui non si contentava di questo, a costui sodisfecero le parole, c'habbian costui tratto dalla padella et gittato nel fuoco(50), costei fingeva d'amarlo, in costei era animo valoroso.

Nel numero del piu per huomini et per donne si dice costoro in tutti i casi, costoro si tacquero, in costoro non hai tu ragione alcuna, le quali voci costui, costei, costoro si pongono sempre senza sostantivo, anzi essi pronomi si tengono per sostantivi. Si pone costui, costei, costoro nel 2º caso senza particella fra l'articolo e 'l sostantivo, il costui animo, del costui affanno, nel costui regno, la costei beltà, per la costei bellezza et i costui tormenti, delle costei insidie, in cambio di dire, l'animo di costui, le bellezze di costei, et cosi gli altri, il costoro ardire, per l'ardire di costoro.

Due pronomi usano a questo effetto(51) castigliani, l'uno è aqueste(52), m., aquesta, f., aquesto, n., et l'altro è este(53), m., esta, f., esto, n., nel numero del meno, aqueste fue hijo de Iuppiter, aquesta fue hija de Iuno, la hija pues de aqueste al desdichado le detiene(54), si aquesta tal ley hasta agora durara, por que fin a ti te plaze aquesto, cio è questa cosa, este nombre de rey està consagrado a personas benemeritas(55), puede se d'esta eleciòn colegìr(56), con todo esto ninguno osava tenerla por enemiga(57), este no ès mi amigo, esta era su muger.

Nel numero del piu si terminano in os, m., in as, f., he querido traheros todos estos exemplos, a estas leyes han de obedecèr los que son naturales del reyno.

Si truovano essempi infiniti dell'uno et dell'altro di questi due pronomi, ma il secondo este, esta, esto senza comparatione è piu usato et piu elegante nel 2º et 6º caso, del quale si dice d'este, d'esta, d'esto con apostrofo et senza continuamente, benche il ponervi l'apostrofo(58) è con ogni debita ragione.

A dimostratione delle cose che sono appresso di colui al qual si parla s'usa il pronome cotesto, m. et n., et cotesta, f., nel minor numero, et cotesti, m., coteste, f., in quello del piu in tutti i casi, cotesto ragionamento, cotesta dispositione, cotesto non vi sarà concesso, cotesto vi dico c'hò molto spesso fatto, cio è cotesta cosa, cotesti accidenti, coteste persone; cotesto, m., va accompagnato nel primo caso co'l sostantivo et non altrimente, cotesti et cotestui sono rade volte usati per lo primiero caso del minor numero senza sostantivo. Semplice in ciò è il pronome castigliano come il nostro et è esse(59), m., essa, f., esso, neutro; nel numero del piu essos, m., essas, f., para daros el parabièn en esse vuestro tàn gràn màl(60), soys pequeño y teneys esse animo tan generoso(61), a essa ciudàd adòos tienen preso no viene ningun en todo el año, ad alcuni che lodavano molti luoghi disse il re Alfonso, yo apruevo sèr esso todo bueno, màs yo màs querria para mi hallarme en carrioncillo. Nel 2º et 6º caso, dicesi desse, m., dessa, f., desso, n., tutta una voce, ma io lodarei il ponervi sempre l'apostrofo, cosi d'esse, d'essa, d'esso, d'essos, d'essas.

Mi pare che alcuna volta si truovi esso per aquesto, las cosas que haze la divina providencia(62) son tan iustas que dado caso que nosotros no las podamos alcançar, no por esso carecen de razòn(63). Non so conoscere come qui questo pronome esso significhi cotesto, pur mi rimetto al piu sano giuditio, come faccio in ogni altra cosa.

Molte voci sono in uso a toscani per dimostratione di quelle cose che non sono ne appresso di colui(64) che parla ne appresso di colui che ode o con cui si parla, come quello, m. et n., quella, f., dove s'ha d'avertire che quello, m., ne gli obliqui et quella, f., in tutti i casi si pongono con sostantivo et senza, ma quello, m., nel primo caso non s'usa se non co'l sostantivo et trovandosi altrimenti o gli è neutro o de' poeti et di abuso, quell'ordine, quell'arco, quella prestezza, quella che già molti anni in speme tenne, quelli raggi, quelle sfere, meravigliosa cosa è ad udire quello che io debbo dire(68), quello che mi dicesti trovai esser vero.

Per rappresentare alcun sostantivo et senza sostantivo alcuno, s'usa alcuno di questi tre pronomi, quegli, quelli, quei per m. et nel primo caso del numero del meno, essendosi parlato del cielo, si dice quegli, quelli, quei m'invita co'l suo ornamento a lodare il sommo Dio, come se quegli fosse nel suo cospetto beato(69).

Ciò, n., si intende per quello ancora, ciò è per quella cosa in tutti i casi per m., et per f. non mi par che si debba usare, quantunque alcune poche volte si sia detto(70).

Nel numero del piu del sudetto pronome sono queste voci quegli, quelli, quei, que, in tutti i casi del m. et cosi quelle, della f., rappresentando il sostantivo o congiunti con esso, scrittori di que secoli, tra que morti, in quelli precetti, sentendo egli i fatti suoi(71), si come son quelli de mercanti(72), se non fusser già starnuti od a quelli somiglianti(74), prendere quei rimedij che noi possiamo(75), non con quei visi che io soleva(76). Per lo medesimo effetto si dice ancor colui per l'huomo et colei per la donna in tutti i casi del numero del meno senza compagnia di sostantivo alcuno, colui se 'l sà, colei se 'l crede, a colui non fu possibile tolerare la'ngiuria, a colei l'odio s'accrebbe.

Nel numero maggior vogliono alcuni che si possa dire coloro, m. et f., altri non cosi facilmente l'ammettono per f., se non congiunta col m.

Colui, colei, coloro si pongono fra il sostantivo et l'articolo dove vi manca la particella di, il colui consiglio, il colei grido, in cambio di dire, il consiglio di colui, il grido di colei, il coloro avertimento, per l'avertimento di coloro.

Molto mi piace l'uso de' castigliani attorno questo pronome dimostrativo della cosa che non è appresso chi parla ne appresso quello con cui si parla, il qual è di due maniere, l'uno è aquèl, m., aquella, f., aquello, n., nel minor numero et aquellos, m., aquellas, f., nel numero maggiore, guardavan aquèl azeyte para comèr(77), dime aquèl varòn suave musa(78), escapò de aquella tan grande herida y sanò de aquella grandissima enfermedàd(79), echasse de su casa aquellos importunos amadores, no quise admitir aquellas condiciones tan rezias, aquèl descubriò toda la conjuraciòn, de tan grandes beneficios aquella hablò poco y obrò mucho, aquellas siguen el contino y sancto exemplo de su excelencia. Aquello, n., non ha bisogno di sostantivo, dezìs que quereys estàr en vuestra casa o servìr a otro señòr, alo quàl respondo que aquello os darà daño y esto poca honrra.

L'altro pronome del medesimo significato è el, m., la, f., lo. n., nel numero del meno et los, m., las, f., in quello del piu, et quando si pone à luoghi oportuni dà alla oratione gratia infinita et ha questa propietà che non ammette mai dopo se nome sostantivo, però che dicendosi el philosopho, la buelta, las crueldades, los cirurjanos, in questo caso el, la, los, las sono articoli in compagnia de' sostantivi et non pronomi, ma pronomi sono quando rappresentano il sostantivo senza haver lo in sua compagnia, el officio del mercadèr(81) es guardar màs el del duque no es si no dàr, las cartas fueron del virrey de Çaragoça y nò dèl de Napoles, passamos por el afamado reyno de Portugàl y por èl de Valencia, la quàl diñidàd en el mès de enero se dava y en èl de deziembre se acabava, la vida del rey don Felippe nuestro señòr y la de doña Iuana infanta de Castilla princesa de Portugàl gozarà largos y felices años, et nel 2º caso si dirà de la, nel 3º a la, nel 4º la, nel 6º en la, con la et altri di questa sorte per la f., mas calientes son los lugares de Valencia que no los de Vizcaya, los naturales de España hàn de gozàr estos privilegios y no los de otras naciones, quisiera yo que todas las damas fuesen como las de su alteza.

Dinanzi al relativo que, si servono castigliani del pronome aquel, m., aquella, f., aquello, n., con gli altri casi et numeri soliti, aquel que me hablava es cavallero muy honrrado de su excelencia, no hay en el mundo tan gran victoria como aquella que sin sangre se alcança(82), muchas vezes buscamos aquello que havriamos de huỳr y huymos de aquello que havryamos de buscàr(83). Et cosi a luoghi opportuni si dirà de aquel que, a aquel que, por aquel que, con aquel que, m., et de aquella que, a aquella que, por aquella que, en aquella que, f., et de aquello que, a aquello que, por aquello que, n., et cosi nel maggior(84) numero, de aquellos que, de aquellas que, seguendosi gli altri casi secondo la forma della sua variatione.

sano ancora dinanzi al relativo que l'altro pronome detto di sopra el, m., la, f., lo, n., los, m., las, f., el demonio es el que nos persuade a muchos vicios(85), este cargo es del que sabe letras, el officio se hà de dàr al que es cuerdo, la merced se ha de hazer al que la merece, el padre no ha de ser castigado por el hijo que corrigiò, mas por el que no reprehendiò, no se si he de vivìr con el(86) que es simple, aunque dichoso, hase de preciar(87) la mugèr que ès casera, però aùn mas la que es honesta, et cosi ne gli altri casi, de la que, àla que, la que, en la que, o con altra prepositione, et parimente nel plurale los que, las que, et cosi negli altri casi servato l'ordine della variatione.

Questo pronome dinanzi al relativo que è molto piu in uso del pronome aquel et ha tanto maggior elegantia quanto è piu breve et piu spedito.

Nel neutro ancora si dice lo que per quello che, cio è quella cosa la quale, et per tal causa sempre ricerca due verbi per fare la oratione perfetta, nel che ho visto molti ingannarsi credendosi che lo que voglia dire la qual cosa et però ho voluto ponerne qui molti essempi dalli quali facilmente si comprenderà lo que significare quella cosa la quale, ne si contentare d'un verbo solo, sobre cada una destas palabras dezìr todo lo que se puede dezìr, serà nunca acabàr(88), lo que en esto se reprende, es que alas vezes es mucho mas lo que se desperdicia, que no lo que se gasta(89), el divino Platòn aconsejava que el governadòr fuesse iusto en lo que sentenciasse, verdadero en lo que dixesse, constante en lo que emprendiesse(90), lo que se ha de dezìr allende de lo dicho es esto, deve la mujèr honrrada estàr muy recatada en lo que dize y muy sospechosa de todo lo que haze(91), di questi essempi ne sono pieni i libri.

Non voglio lasciare in questo luogo d'avertire che queste voci el, la, lo, quando rappresentano nome antecedente di sostanza, anchor che io habbia detto esser pronomi, et per tali da me siano giudicati per tener noi ancora alcune voci che sono articoli et pronomi, nientedimeno potrebbe essere che non fossero pronomi, ma articoli posti senza nome di sostanza seguente, anzi posti per non repplicare il sostantivo precedente, come el cuydado vuestro y el de vuestro padre, ciò è el cuydado vuestro y el cuydado de vuestro padre, la sepultura de Belo, la de Nino, la de Ogyges(92), in luogo de la sepoltura de Belo, la sepultura de Nino, la sepultura de Ogyges, ma sia come si voglia, l'uso è delicatissimo et degno di osservatione.

Spesse volte questa voce los si pone con un secondo caso seguente senza rappresentare sostantivo espresso et significa habitori od huomini, come los de Napoles, los de Roma, los del consejo come noi diciamo quelli di Napoli, quelli di Roma, quelli del consiglio, onde parimente in simili casi giudico questa voce los esser pronome.

Usano ancora lo de Italia passa bien, lo de España està quieto, et cosi lo de acà, lo de allà, et è quello medesimo che noi diciamo nel numero maggiore, le cose d'Italia passano bene, le cose di Spagna stanno quiete, le cose di qua, le cose di là.

 

 

Quanto da latini s'esprime per questo pronome ipse, ipsa, ipsum, tanto da toscani si dimostra per questi pronomi esso, egli, elli, ello, ei, il, e', che sono voci del maschio nel primo caso del numero del meno, eccetto egli, che è neutro, ancora lasciati ello et elli dagli antichi usati et piu antico ello, egli s'escusa, ei parla, il promette cio che tiene, e' si vantava di molte cose, egli mi dava poca noia, cio è essa cosa mi dava poca noia, se esso Adamo fu nobile(96).

Essa et ella in detto numero sono della f., non ha molto tempo che ella si maritò et avanti che ella si maritasse. Negli obliqui del medesimo numero lasciati ello et ella per lo verso, si dice lui et esso, m., lei et essa, f., ne di lui, ne di lei mi fido, non veggio ne esso ne essa, a lui et a lei si devono tutti gli honori; nel 3º caso s'usano ancora senza particella alcuna, diedi lui moglie, diedi lei marito; lui, primo caso, come lui fu nobile, si fugge da tutti i buoni scrittori et cosi lei ancora(98).

Nel numero de 'l piu et nel primo caso, sono le voci di questo pronome essi, e', eglino del m., esse, elle, elleno della f., eglino tanto piu chiari sono, adimandando chi e' fossero(99), par mi di intendere che eglino habbiano provato alla corte(100), essi devono.

Gli obliqui di questo numero del piu sono elli in tutti i casi dal 3º in fuori del m. et del verso, esse della f., et rade volte elle, in tutti i casi eccetto il 3º, le piu delle case erano divenute communi et cosi l'usava lo straniere, pur che ad esse s'avenisse(101).

Ancor che si dica essi convenir si al primo caso solamente, et non a gli obliqui, ritruovo essempi in contrario, essendo gli stracci d'un povero huomo gittati nella via et avenendosi ad essi due porci(102), trovati i panni et con essi i dinari(103).

Dicono alcuni esso, essa, essi, esse rade volte doversi usare senza altra voce, di esso padre, ad essa madre, per essi mariti, con esse moglie.

Questa voce loro serve al m. et alla. f. in tutti gli obliqui del maggior numero, gli usi di loro, tra 'l verbo et loro, non fui da loro inteso, non so cui mi possa lasciare a rescuotere il mio da loro(104).

Nel 3º caso s'usa con la particella et senza, viene lor piacevole(105), domandavano a ciascuno che dinanzi lor si parava, che loro luogo facesse(106), a loro come a leggitimi suoi heredi ogni suo bene mobile et stabile lasciò(107), a credere che quello a lor convenga(108), è una religione il vedere i modestissimi costumi de' creati di sua eccellentia, et ben pare che conoscano quanto lor convenga sodisfare alla nobiltà propria et all'obligo che tengono alla felicissima servitù in cui si trovano(109), delle dame poi di sua eccellentia che altro posso dire in brevi parole, se non che si truovino nel sommo grado della felicità humana con cio sia che alle doti infinite dell'animo et a gli ornamenti del corpo che Iddio loro ha conceduto qual maggior ben di questo mondo poteva loro avenire che 'l ritrovarsi alli servigi di tanto supprema signora, in cui piu del divino che dell'humano si scorge?

La medesima voce come aggettivo ancora si pone in ogni genere et numero invariabilmente, dico del m. et f., l'ordine loro, la stanza loro, i passi loro, le canzoni loro, et dinanzi al sostantivo, loro amico, loro volontà, loro sdegni, loro epistole, et fra l'articolo e 'l sostantivo, il lor sollazzo, la lor fortuna, i lor disegni, le loro insidie, dove o bisogna che sia come ho detto aggettivo invariabile o vi manchi di, in luogo di dire il sollazzo di loro, la fortuna di loro, i disegni di loro, le insidie di loro.

Egli et e per adornamento si dicono ne s'hanno d'accordare con alcun genere o numero(110), et ancor che la sententia s'intendesse et potesse procedere senza queste voci levandosi da' luoghi dove si pongono, tutta via si torrebbe tutta quella vaghezza che con le istesse voci vi si porge nel principio della oratione.

Per maggior espressione usasi desso, dessa, mi par mio fratello et credo che sia desso, et cosi mia sorella et mi par dessa, mi paiono dessi et desse.

Esso è voce che abbonda ancora et si pone indeclinabilmente con tutti i generi et numeri, con esso lui, con esso lei, con esso i piedi, con esso le mani(111), ancor che si truovi con esse le mani. Non ha tanta diversità di voci questo pronome appresso castigliani, i quali nel numero del meno hanno el, m., ella, f., ello, n., in quello del piu ellos, ellas, que nos mandò Christo hazèr que el primero no lo hiziesse? si nos manda ayunàr, el ayunò, si nos manda perdonàr, el perdonò, si nos manda morìr, el muriò(112), todos los dioses de 'l se apiadaron(113), mas luego a el llegara furia, el hombre que dà con pensamiento que tambien a el le daràn no le llamaremos benefico(114), et qui s'ha da notare che quando questa voce significa quegli, come mostrai di sopra, nel 3º caso fa al et in questo luogo(115), che significa ad esso, fa a el, el estudio es cosa provechosa y honrrada, però miràd que no os mateys en el, bien se llama ella quartana, pues alos con que ella mora quartea(116), no solo vuestra majestàd sepa la medalla leèr, mas aun sepa el blasòn y origen della(117), como los principes estàn en lugàr mas alto que todos, tambièn ellos son mas mirados que todos(118), cada dia estudio las artes liberales, però ellas no se dexan facilmente entendèr, Heli fue castigado por los pecados que en sus hijos dissimulò y ala verdàd ello fue iustamente hecho(119), y como degollò por iusticia el conde y otros muchos, querian le muy màl los cecilianos por ello(120), et è molto usitata questa voce ello in significatione di essa cosa, come recevirè muy mucha mercèd en ello, para ello he escripto ya muchas cartas, por ello fuyste ya muy culpado.

Per quanto s'è visto, appare che questa voce el è articolo del maschio et pronome che significa quegli et egli, od(121) esso, onde nella lettione castigliana s'ha da star con avertenza d'intender questa voce secondo la sua significatione et tanto piu che molte volte in una clausula medesima si truova in significatione dell'uno et dell'altro pronome, come por que no solo es el, el que nos dà la vida, màs aùn es nuestra vida(123), màs al fin el fuè el que hallo la gracia entre los reyes egypcios(124).

Nel 3º caso del numero del meno si pongono questi pronomi li, gli, per lo, m., in luogo del sudetto pronome lui, et per la f., le, in luogo di lei, parlai al re signor nostro et gli narrai quanto era di bisogno et gli offersi la servitù mia qualunque ella si sia, a sua altezza repplicai quel che prima con gratissima audientia le haveva esposto.

Nel 4º caso del medesimo numero s'usano questi pronomi il, lo, m. et n., in luogo di lui, non solamente de la infirmità il contaminasse(125). La per la f. in luogo di lei, il che se da gli occhi non fusse stato veduto appena che io ardissi di crederlo, non che di scriverlo, quantunque da persona degna di fede udito lo havessi(126), et cosi come il dicevano il mettevano in opera(127), subbito che il re nostro signore arrivò alla porta ancor ch'io non l'havessi mai visto, per lo ritratto che tengo il riconobbi, il medesimo m'avenne di sua altezza, per ciò che o per la divotione infinita con che l'osservo o per la real et divina maestà che la fa risplendere fra tutte l'altre per quella supprema signora ch'è in ogni luogo, al primo aspetto et senza dubitarne punto la conobbi.

Nel 3º caso del maggior numero si dice loro, m. et f., come di sopra dimostrai, diedi loro et loro piacque, nel 4º caso del medesimo numero s'usano queste voci del m., li, gli, in luogo di loro, et le per la f., in luogo parimente di loro, è fama che i nobili portughesi sono savij in tutte le attioni loro et mi dicono che s'io li conoscessi et li trattassi non solamente gli amerei, ma sopra modo gli osservarei, et tanto mi sono state lodate le signore portughese di bellezze, di honestà, di prudenza et di accortezza, che quantunque assente maravigliosamente le riverisco.

Queste voci la, le, li, gli, il, lo, per quanto s'è visto, sono articoli et pronomi, però avertasi che questi due pronomi il et lo si pongono con la differenza con che s'usano quando sono articoli dovunque viene a proposito. Il medesimo s'haveria da fare con questi due li, gli, cio è che gli s'usasse seguendo la vocale o vero s con altra consonante et li in altri luoghi, ma molti usano gli indistintamente, ogniun potrà seguir quello che parerà piu ragionevole o piu usato.

Quando queste voci la, le, li, lo si pongono per pronomi et s'aggiungono al fin del verbo che habbia l'accento nel fine raddoppiano la l, manderolla, dimanderolle, dimanderolli, dimanderollo, pur che non vi siano altri pronomi in mezo, come me, te, se et altri, per che all'hora si seguono con semplice l, portòseli, portonelo.

La r dello infinito si converte in l alcuna volta dinanz'a questi pronomi, et chi no 'l crede venga egli a vedella(130).

Aquesti pronomi si toglie la vocale del che fu(131) detto negli articoli come se fossero articoli et molte volte si perde la vocale dove di ragione non s'haveria da perdere, dirolti, vedetelvi(132), per dirolloti, vedetelovi.

Questa voce glie s'usa in luogo di lui, lei, loro in 3º caso per tutti i generi et numeri, adimandandomi il signor duca il mio Homero subbito glie lo portai, adimandandomi i miei cavalli glie li mandai, desiderando quelli capitani le mie armi glie le offersi, volendo quelle signore la parte loro de la caccia glie la diedi, et quando questi pronomi si congiungono co'l verbo o con altro pronome et sono una medesima voce si chiamano affissi ad usanza de gli hebrei pronomi de' quali gran parte s'affige di maniera a nomi et verbi et ad altre parti dell'oratione, che per se non fa voce separata.

Si truova usata questa voce gliele in tutti i generi et numeri, scioglietegli questo picciol dubbio et fategliele chiaro(133), havendo li serbato ben un anno per rendergliele, dopo havergliele tutta mostrata(135), et quantunque alcuno dica(136) non usarsi altrimenti(137) non mi par vero, per che si truova che Iddio glielo dovesse perdonare, prestamente glie la mandarono, se a voi piacesse di mandar glie la.

Per accorciamento, gliel negaresti tu, in luogo di dire negherestiglielo tu?

Ritruovo i castigliani in luogo di questi pronomi a el et a ella nel numero del meno usar questa voce le per lo, m. et per la f., in 3º caso, lo per lo m., la, f., in 4º caso, el frayle reñiò muy malamente comigo y como yo le dixesse(138), quando los padres d'esta Flora murieron, no le quedò hermano que la recogiesse(139), el qual voto asì como lo prometiò, lo cumpliò(140), agradosse tanto de la postura del cavallo quando se lo truxeron, que diò de albricias tanto al que se lo comprò, como havia dado al que se lo vendiò(141), el padre que quiere criar bien su hijo, deve le yr cada hora ala mano y no lo dexar salir con su apetito(142), aunque le diò Mercurio este consejo, el de imprudente no lo quiso tomàr(143), lo per ello, n., conosciera lo mejòr, però no lo preciara.

Nel numero del piu les serve al m. et ala f. nel 3º caso, et los al m., las alla f. nel 4º caso, vinieron mis enemigos a mi casa, però ni los vì, ni los oỳ, tengo ciertas obras para luego las imprimìr(144).

Si pone lo per ornamento qualche volta, como siempre he tenido vuestra mercèd por cavallero como lo es, parecia os dama muy gentìl como lo era.

Pareranno le sopra dette voci le, et les del 4º caso alcuna volta, ma non sono se non del 3º, come si dirà trattandosi della costruttione(145).

La voce se posta dinanzi a questi pronomi la, le, lo, los, las tiene la significatione del nostro glie et si pone in luogo di a el, a ella, a ellos, a ellas, ningun hombre le hizo servicio que no se lo agradeciesse(146), por que queria el duque saber quien era mi hijo, se lo mostrè, y mi hija se la mostrè, queria sabèr lo que hize en España, se lo dixe, tan altos principes havèr escripto a hombres baxos no cuentan los historiadores para se lo affeàr.

In luogo delle nostre voci sudette desso, dessa, dessi, desse, non hanno i castigliani altra voce ch'el pronome el, ella, ellos, ellas, del quale s'è detto a bastanza es el(147), no es ella, et cosi gli altri.

Il mutare alle volte la r dell'infinito in l seguendo questi pronomi la, le, lo, los, las, les è proprijssimo à castigliani, escuchalle, hablalle, romallo, escrevilles, alaballos, honrrallos, cosi in prosa come in versi(148).

 

 

Altri è pronome del maschio et solamente nel primo caso del numero del meno, ma senza sostantivo, altri ne havrà doglia, et può comprendere il m. et la f. quando si parla di loro giuntamente, et dicesi ancora chi altri.

Altro ha tutti i casi, ma nel primo ha d'havere il sostantivo, per che senza esso non s'usa se non per neutro o da poeti, per maschio ne gli obliqui si pone con sostantivo et senza, dicesi fosse altro che falso(150), niuna cosa altro che nuvoli(151).

Nel maggior numero altri, m., altre, f., in tutti i casi, altrui si dice ancora senza sostantivo et senza rappresentatione di esso in tutti gli obliqui di questo et dell'altro numero, questa opera è d'altrui, il parere d'altrui, ha da sodisfare ad altrui, et altrui senza particella di 3º caso, ritrovar mercede in altrui, di ciò non si vuole con altrui ragionare(153).

Le voci altri et altrui sono del maschio et della f. quando di essa(154) insieme co'l m. si parla.

Si pone altrui co'l sostantivo et si potria dire che sia secondo caso senza particella di con tutti i generi, numeri et casi, l'altrui ingegno, l'altrui colpa, gli altrui diffetti, l'altrui malitie, in luogo di dire l'ingegno di altrui.

Al pronome altro, altra, altri, altre s'aggiunge tanto, tanta, tanti, tante raddoppiando la t a questo modo, altrettanta, altrettanti, altrettante, per che vagliono quanto altro et tanto, altra et tanta, altri et tanti, altre et tante.

Altro con sostantivo si pone ancora per diverso altro huomo di quello che io pensava, altra donna che non si credeva, un et altro senza articoli, l'uno et l'altro con articoli si dicono.

Semplicissimo pronome è questo fra castigliani, il qual nel numero del meno ha otro, m., otra, f., no quiero este cavallo, sino otro, el otro dia vi cosa que vos no vistes, una cosa es la que pido y otra la que tu me das, nel maggior numero, otros, otras.

Otrotanto, m., si dice otratanta, f., nel minor numero, otros tantos, m., otras tantas, f., in quello del piu.

Diverso ancora significa questo pronome otro, come otro hombre es de lo que parece et cosi otra muger de lo que piensas.

Alcuno et veruno è del maschio in tutti i casi del minor numero, alcuna et veruna della f., nel maggior numero, alcuni, m., alcune, f..

Il medesimo effetto fa ancora questo pronome qual che in tutti i generi et numeri, con differenza, però, che alcuno può havere il sostantivo dinanzi et dapoi et può stare ancora senza esso, ma qual che non si pone mai senza nome seguente di sostanza, qualche inganno, qualche vendetta. Niuno alle volte si pone per alcuno, piu mesi durò avanti che di cio niuna persona s'accorgesse(156). Questa voce nissuno ancora si truova alcuna volta in significato(157) di alcuno. Per neutro non si dice ne alcuno ne veruno, ma alcuna cosa, veruna cosa. Nulla neutralmente posto(158) alle volte singnifica qualche cosa, havete nulla di nuovo, ciò è havete alcuna cosa di nuovo.

Non so quanto, non so quanta, non so quanti, non so quante, s'usa di dire per alcuna quantita od alcuni et alcune, non so quanto grano, non so quanta farina, non so quanti huomini, non so quante donne.

Questa maniera di pronome s'esplica da castigliani con la voce alguno, m., alguna, f., nel minor numero, algunos, m., algunas, f., nel maggiore(159). S'usa nel plural numero unos per algunos, loaros hàn unos de justo(160) y otros notaros hàn de màl criado(161). Algùn, m., ante posto al sostantivo si termina in n, algùn hombre, algùn viejo et dopo 'l sostantivo in o, hombre alguno, viejo alguno, quando si termina nella n ha d'havere l'accento sopra la u, algùn. Algo è neutro et significa alcuna cosa, no tenemos algo, buscays algo.

Per la negativa sono queste voci nessuno, niuno, nullo, m., nessuna, niuna, nulla f., nel minor numero co'l sostantivo et senza, nessuno è piu del verso, come niuno piu delle prose, niuno altro sussidio rimase(162), i quali quasi di niuna altra cosa servieno(163), niuno con la negativa non afferma, niuna quantunque gentil donna fosse non curava di havere a suoi servigi huomo,(164) et ciò viene per che nel toscano due negative non affermano. Niente è neutro, cio è nessuna cosa, nulla significa ancora alcuna cosa, che egli mostrasse s'egli volesse nulla(165).

Esprimono questo pronome castigliani con la voce ninguno m., ninguna, f., co'l sostantivo et senza, et si servono di questa voce nadie(166) che significa nessun huomo et non riceve sostantivo in quel significato che i latini dicono nemo.

Si dice ningùn et ninguno con quella regola che si dice algùn, alguno; nada è neutro et significa niuna cosa.

 

Voci sono del m. et del n. medesimo, medesmo, stesso et medesima, medesma, stessa della f. nel numero minore, medesimi, medesmi, stessi, m., medesime, medesme, stesse, f., in quello del piu et servono per tutto 'l pronome idem latino.

Stesso significa ancora solo quello che i latini esprimono per la voce met, io stesso, tu stessa, noi stessi, voi stessi, nella quale significatione si truova ancora medesimo, fra se medesimo, egli stesso(167) piu che egli stesso et esso stesso, non essi stessi, nel minor numero.

Non hanno castigliani in ciò altro pronome che mismo o mesmo(168), m. et n., misma o mesma, f., et cosi mismos et mismas, el mesmo autòr, la mesma autoridàd, lo que dezìs es lo mesmo, yo mesmo hize esto et cosi gli altri.

 

 

Il quale, m., la qual, f., nel minor numero, i quali, m., le quali, f., in quello del piu. Senza articoli ancora si truova dimandativo et relativo, ma o che habbia l'articolo o no si pone co'l sostantivo et senza, si dice ancora qua', invece di quali.

Il che significa la qual cosa, il perche, per la qual cosa, dalche, nel che, da la qual cosa, nella qual cosa.

Nel minor numero terminano i castigliani questo relativo in l, m. et f., in quello del piu in les, el quàl(169), la quàl, los quales, las quales è dimandativo ancora, ma senza articoli.Lo qual, neutro in tutti i casi del minor numero, significa la qual cosa ne in questa significatione si può dire lo que, come dichiarai di sopra, per che lo que significa quella cosa la quale et lo qual significa la qual cosa, esta medalla ès la màs antigua que iamàs hè visto ni leydo, lo quàl se le parece bièn en el metàl(170), a muchos hè visto despuès de oleados vivìr y despuès de convalescidos morìr, lo quàl no depende de erràr o acertàr el medico(171), el espiritu triste seca los huessos, lo quàl por cierto no fuè ansì en vos(172), vuestros enemigos son inhonestos(173) y encubridores de otros vicios, lo quàl es para ellos gran culpa(174), los que muestran gran sentimiento de ver se abatidos, señàl es que tenian certinidàd de estàr siempre prosperos, lo quàl es vanidàd pensarlo(175).

Per relativo et per dimandativo si pone questa voce chi toscana in ogni numero et caso di m. et di f. con differenza che quando chi è relativo ricerca due verbi, per che significa quello il quale, quella la quale, quelli i quali, quelle le quali, ma quando è dimandativo significa quale et quali, m. et f., et ricerca un verbo solo, chi per alcuni, chi piu tosto et chi meno et i piu senza alcuna febre morivano(176); si trova chi obliquo senza particella nel 3º caso, invoco lei che ben sempre rispose chi la chiamò con fede(177). Una simil voce hanno castigliani che è quien(178) in ogni numero et caso di m. et f., esta ès quièn nos confortava viendo muertos tantos señores a quien yo tanto devia.

Quienes(179) si dice per dimandativo et relativo nel numero maggiore solamente per m. et f..

Dissi di sopra(180) chi servire a tutti casi et è vero che negli obliqui si truova alcuna volta usato, ma il primo caso è il suo proprio et negli obliqui ha cui nell'uno et nell'altro numero per lo m. et per la f., et nel 3º caso si dice a cui et cui con la particella a et senza essa, onde fosti et cui figliuolo(181), cui lasciare potesse sofficiente a riscuotere suoi crediti(182), cui egli per veduta non conosceva, a cui Guglielmo prestamente disse(183).

S'interpone ancora questa voce cui invariabilmente fra l'articolo e 'l sostantivo, il cui essempio, la cui modestia, i cui cartelli, le cui miserie, la qual voce cui si giudica per secondo caso di m. et di f., per l'uno et per l'altro numero, senza la particella di in luogo di dire, l'essempio del quale, della quale, delli quali, delle quali, et cosi gli altri.

Cui per alcuni, le quali apparivano a molti, a cui grandi et rade, a cui minute et spesse(184).

Hanno castigliani una voce simile, ma declinabile et è cuyo(185), m. et n., cuya, f., del minor numero, cuyos, m. et cuyas f., per lo maggiore, le quali voci s'antepongono sempre al sostantivo co'l qual s'accordano et non ammettono articolo, cuyo estado, cuyo iuyzio, cuya causa, cuya intenciòn, en cuyo cuerpo, en cuya tierra, cuyas peleas, et è vero che si concordano co'l sostantivo seguente, come s'è detto, ma per questo non resta che cuyo non possa servire in significatione a tutti i generi et numeri, peròche dicendosi cuyo iuyzio si può intendere il giudicio del quale, della quale, delli quali, delle quali, et cosi cuya amistàd, la amicitia del quale, della quale, delli quali, delle quali, et si pone questa voce cuyo, cuya, cuyos, cuyas senza articoli precedenti.

Essendo relativo, questa voce che serve a tutti i generi et numeri et significa il quale, la quale, i quali, le quali, il giuoco che, la fatica che, i danari che, quando è dimandativo si dice che timore? che paura? che piacceri? che diletto? senza articoli.

Quando è neutro ammette l'articolo, il che, il per che, et dicesi ancora di che, da che, nel che, per la qual cosa, nella qual cosa, de che le piu delle cose erano divenute comuni.

A questa voce che, quanto alla prolatione et significato, s'assimiglia il relativo que castigliano, benche sia differente nella scrittura et serve a tutti i casi, generi et numeri, el tiempo que, la nieve que, lo mucho que, los elementos que, las estrellas que et dimandativo, que pulso? que sangre? que versos? que palabras?

Si dice ancora en que, de que, con que, por que, et la voce che io dissi di sopra, lo que in significatione di quella cosa la quale come con essempi fu dimostrato.

Per lo relativo quidam latino usano i toscani un certo, una certa, certi et certe, un certo sdegno, una certa figura, certi amici, certe fraudi.

Et castigliani un cierto, una cierta nel minor numero, et nel maggior, ciertos, ciertas, unos, unas, un cierto pensamiento, una cierta carta, ciertos dineros, ciertas calunnias, unos favores, unas amistades.

 

 

Ciascheduno et ciascuno et nel maggior numero ciascuni, come infermandone molti di ciascuni(186) diciamo noi et quelli cada uno et cada una. Et per le nostre voci qualunque et qualsivoglia, quando ricercano un verbo solo, come qualsivoglia parte et qualunque dominio, dicono qual quiera et cada qual, et nel maggior numero qualesquier, m. et f..

Dal latino quicunque si fanno questi pronomi toscani chi, che et chiunque di tre sillabe sempre et senza sostantivo, qualunque, li quali servono al m. et alla f. et ricercano due verbi alla perfetta oratione et s'espongono ciascuno il quale et ciascuna la quale et s'usa qualunque con sostantivo sempre, che et cheunque sono del neutro, chiunque delli nomi m. et f., qual che due voci per qualunque, il qual tu porti ad alcuna giovane qual che ella si sia(187), chiunque altrimente fa, pecca(188), qualche, del numero maggiore, in qualche verdi boschi.

Hanno a questo effetto i castigliani qualquiera que et quien quiera que, m. et f., et ricercano parimente due verbi con differenza che qualquiera que si può riferire a le cose et alle persone, et quienquiera que, a le persone solamente.