Giovanni Mario Alessandri d’Urbino, Il paragone della lingua toscana et castigliana



NOMI

 

Sono due gli articoli(1) del maschio d'e nomi toscani nel numero del meno, il et lo, i quali non arbitrariamente, ma con distintione si usano, per che questo articolo il s'antepone a i nomi et ad altre voci che cominciano da consonante da vocale ch'habbia forza di consonante, come il bosco, il cavallo, il danno, il furto, il gelo, il lembo, il merito, il numero, il peso, il quale, il resto, il segno, il tempo, il voto, il zefiro, il biasonare, il correre, il perche, il come, il quando.

E 'l(2), articolo composto, si prepone a tutte le consonanti, come ho detto dello articolo il, ne v'è altra differenza se non che l'articolo il è semplicemente articolo, ma l'articolo e 'l ha il significato della copula et congiunta con l'articolo il, di maniera che tanto vale e 'l quanto et il, come il re e 'l principe, il cardinale e 'l duca, il padre e 'l figlio, il caldo e 'l freddo, che tanto vagliono quanto il re et il principe, il cardinale et il duca, il padre et il figlio, il caldo et il freddo, et però dopo la e si pone l'apostrofo a dinotare che nell'articolo e 'l vi manca la t et la i.

Ha diverso uso l'articolo lo, il quale si prepone alle voci che cominciano da vocale, come lo animo, lo affanno, lo andare, lo affligere, lo errore, lo errare, lo incitare, lo ormamento, lo uscio, lo usare, benche la o con l'apostrofo si toglie et si scrive l'errore, l'animo, come all'articolo il si toglie la i, precedendo la vocale, era 'l giorno, de 'l suo fattore(5).

Alle voci che cominciano da s con altra consonante appresso immediatamente s'antepone l'articolo(6) lo, come lo stroppio, lo stratio, lo spirito(7), lo schiarire, lo sventurato, lo scanno, lo specchio, lo spiedo, lo scettro, lo spetiale, lo stromento, lo sconcio, lo schiamazzo, lo starnuto, lo sporto, lo scelerato, lo stimolo, lo sdegnarsi, lo spronare, lo stare, lo studiare, lo straniere, ma interponendosi alcuna voce che non cominci per s et altra consonante appresso, l'articolo lo si muta in il, il suo sdegno, il vostro spirito, il continuo stimolo, pur che non cominci per vocale che parimente si direbbe lo, l'antico scettro.

Se dinanzi all'articolo si pone la prepositione per, questo articolo lo si prepone a tutte le lettere indistintamente, per l'amore, per lo bisogno, per lo corso, per lo dubbio, per lo essilio, per lo fianco, per lo giro, per lo honore, per lo largo, per lo viaggio, per lo navilio, per l'officio, per lo piano, per lo quale, per lo Reno, per lo suono per lo tempo, per lo vado, per lo zucchero, per lo abbracciare, per lo bestemmiare, per lo desinare, ma hoggi pare che alcuni non osservino in tutto questa regola et massimamente seguendo alcuna voce che cominci per questa sillaba lo o luo, come per lo loro, per lo luogo, per lo lungo, anzi dicono per il loro et per il luogo, per cio che allegano il brutto suono che segue, dicendosi per lo loro et per lo luogo, et in alcune altre voci ancora dicono il dopo per, per il papa, per il cardinale, credendosi che sia mal suono per lo papa, per lo cardinale.

Precedendo ancora nome di dignità(8) s'usa parimente questo articolo lo, messer lo giudice, monsignor lo re, messer lo frate(9), signor lo duca, signor lo podestà, monsignor lo vescovo, et da poeti si prepone lo articolo lo alle voci monasillabe(10), lo duol, lo qual, lo mio, lo cuor.

Nel numero poi del piu dall'articolo il si fa l'articolo i, il verso, i versi, il concetto, i concetti, il petto, i petti, dunqueatutte le voci che ammettono l'articolo il nel numero del meno, si preporrà l'articolo i nel numero del piu.

Fassi nel numero del piu l'articolo gli dall'articolo predetto lo del numero minore, adunque s'aggiungerà alle voci che cominciano da vocale, gli animali, gli arabi, gli antichi, gli appetiti, gli esserciti, gli essempi, gli effetti, gli ingegni, gli occhi, gli usignuoli, gli altrui inchiostri. Preponsi ancora immediatamente alle voci che cominciano da s con altra consonante appresso, gli stimoli, gli scherzi, gli sproni, gli spettacoli, gli strani, gli studi, gli scrittori; ad altre consonanti preponsi precedendo la prepositione per, per gli campi, per gli dinari, per gli capelli, per gli costumi.

Ritruovo nelle prose essersi preposto questo articolo(11) gli ad ogni consonante alcuna volta, senza che preceda per et senza che seguiti la s con altra consonante appresso, gli due cavalieri, gli costumi, gli tre fratelli, gli santi luoghi, gli primi, gli loro, gli quattro huomini, ma non s'è ciò fatto poi da moderni(12).

Vogliono alcuni che questo articolo li venga dall'articolo lo et che dovunque nel numero del meno si ricerca l'articolo lo in quello del piu s'habbia da porre l'articolo li(13). Altri però vogliono che venga dall'articolo il, poi che in molti luoghi si truova usato, come il quale, li quali alla voce quali le piu volte un certo autore usa di dare l'articolo li(14), il peso, li pesi, il dolor, li dolori, li mal tratti stracci(15), li padri, li divini uffici, li borgognoni, dove per le regole date s'haveria da dire, i quali(16), i pesi, i dolori et non è dubbio che cosi si truova usato spessissime volte l'articolo li, nientedimeno mi pare che l'articolo i sia piu spesso usato per articolo plurale dall'articolo il, ma precedendo la per si dirà li(17) et in tal caso non si porrà i, per li varij casi, per li sette colli, per li ministri, per li cemiterij. Faremo a dunque ferma regola che l'articolo li sia del maggior numero come gli, et vengono tutti et due dall'articolo lo, con differenza che gli s'antepone alle vocali per quanto s'è detto et alla s seguendo altra consonante, et l'articolo li s'antepone all'altre consonanti in quel modo che nel numero del meno dissi loro preporsi l'articolo lo, et bench'io sappia trovarsi alle volte essempi contrarij aquesta regola, non per questo seguirà che generalmente non sia vera secondo l'uso piu commune.

Dissi di sopra essere e'l articolo che tanto vale quanto et il nel numero del meno, hora dico nel numero del piu usarsi e' articolo che tanto vale quanto et i, il qual articolo i dissi essere plurale del articolo il. Dirassi adunque i pianti e' dolori, i padri e' figliuoli, i signori e' servidori, et però l'articolo e' si suol segnare con l'apostrofo, a dinotare che vi manca la lettera t et i che vi s'intende.

Non hanno tanta diversità(18) castigliani negli articoli loro, i quali(19) per lo maschio nel numero del meno usano el et in quello del piu los, ne si fa differenza alcuna o che la voce seguente cominci per consonante o per vocale, nè si guarda ad altra nè particolare nè generale osservatione di nome et di verbo, come el amigo, el beso, el cabestro, el dedo, el edificio, el frio, el gasto, el hazedòr, el iuèz, el ladrillo, el me neàr, el navegàr, el osàr, el palmito, el quintàl, el rayo, el seno, el tablero, el uno, el xarave, el zumbido, el yerno, ne altro articolo ritruovo nel numero del meno de'(20) nomi et de'(21) verbi castigliani et in quello del piu los, come los amigos, los besos, los cabestros et cosi tutti gli altri simili, et a questo articolo el alcuna volta si toglie la vocale precedendo voce che si termini in vocale come de'l(22).

Questo articolo el(23) si pone spesse volte dopo il sostantivo et dinanzi ad un nome seguente posto a dichiaratione di detto sostantivo, come dicendo noi Fallari tiranno, Eschine filosofo, Salomon hebreo, Epaminonda greco, dicono cosi Falaris el tirano, Eschines el philosopho, Salamòn el hebreo, Epaminundas el griego.

Un solo articolo hanno i nomi toscani per la femina nel numero del meno, che è la per qualsivoglia lettera o vocale o consonante che la voce cominci, come la anima, la brina, la cupidigia, la donna, la esca, la faccia, la gratia, la hasta, la isola, la laurea, la menzogna, la noia, la oliva, la parte, la quale, la rocca, la sala, la tavola, la ventura, la usanza, la zecca, ma perche con le voci che cominciano per vocale concorre la vocale dell'articolo, si toglie la vocale di esso articolo, l'ombra, l'hasta. Nel numero del piu alle medesime lettere per la femina si prepone l'articolo le, come le donne, le armi et altri simili.

Il medesimo articolo la si prepone alle voci castigliane ancora del genere della femina, come la autoridàd(25), la antigua escriptura, la archiduquesa, la alta providencia(26), la bondàd, la calentura, la defensiòn, la embidia(27), la ethica, la estrechura, la historia, la limosna, la maça, la nave, la obra, la paloma, la quàl, la ramera, la saeta, la templança, la uva, la ximia, la yra, la zorra.

Nel numero del piu le voci della femina hanno l'articolo las, come las avejas, las vesicas, las calenturas et cosi tutti gli altri di questa maniera.

Ho ritrovato però alcune voci castigliane della femina che cominciano per vocale alle quali si prepone questo articolo el (28), non già per dinotare che le voci siano del maschio, ma per miglior suono(30), come el anima, el ayuda, el almohada, el alma, el agua, el hasta, el armada, el amistàd, en el anima, para el anima, para el alma, con el alma, del anima, del agua, en el arte, el infelice su vida(31). Ne truovo che questo articolo el si preponga cosi spesso ad altre voci della femina, come a quelle che cominciano per a, alle quali truovo ancora preposto l'articolo proprio la, come ho dimostrato con gli essempi di sopra nello istesso articolo la, come en la astrologia, por la autoridàd(32), por la antiguedàd(33). Et questi nomi si servono dell'articolo el del maschio nel minor numero solamente, ma nel maggiore ritengono l'articolo proprio las, come si vederà nella variatione de' nomi.

 

 

Lasciata a chi la vuole la discettatione et opinione di molti, dirò conclusivamente che toscani non hanno alcun nome sostantivo che sia neutro(36), ma che tutti i nomi loro sono o del maschio o della femina ne importa che molti cene siano li quali vengano dal neutro latino, come da tempus, tempo, da cor, cuore et infiniti altri di questa sorte, i quali si tengono per genere del maschio solo, si chiamaranno adunque neutri quelli aggettivi che non hanno ne rappresentano nome certo di sostanza, anzi è bisogno risolverli per lo medesimo(37) nome et per cosa, come questo, questa cosa, cotesto, cotesta cosa, quello, quella cosa, giusto, giusta cosa, il resto, la cosa che resta, il bianco, la cosa bianca et molti altri di questa maniera, li quali per natura sono aggettivi, ma accidentalmente sono fatti nomi di sostanza a similitudine de latini, quali usano l'aggettivo nel neutro per nome sostantivo, onde quando parlerò de nomi neutri sempre intenderò di questi neutri accidentali nel numero solo del meno, per che in quello del piu non si truovano. Et per che questi si fatti neutri si truovano hora con articolo, hora senza, hora con l'articolo il, hora con el, et altre volte con lo, per sapere la ragione della differenza ricorrasi alle regole de gli articoli del maschio nel numero del meno, per che i medesimi con le medesime avertenze hanno luogo in questi neutri ancora non havendo i toscani articolo proprio per lo neutro, come hanno i castigliani nel numero del meno.

Bellissima osservanza(39) mi paiono in cio havere castigliani, li quali hanno questi nomi neutri accidentalmente detti sostantivi al modo toscano, ne altri neutri hanno che sian naturalmente nomi sostantivi, et danno loro un articolo proprio che è lo(40), il quale non ha che fare con l'articolo el del maschio et, ben che molte volte paia essere articolo del maschio, avertasi bene che sarà pronome et non articolo del maschio, come dimostrerò nelli pronomi, si dirà adunque, lo poco, la poca cosa lo mucho, la cosa molta, lo de màs, la cosa che resta, lo perdido, lo succedido, lo necessario, todo es doliente, lo dicho, lo contrario, lo superfluo, lo uno, de lo uno me entristecì y de lo otro me alegrava, che se fosse maschio, si direbbe el uno y el otro(41).

Non dirò già(42) di non haver trovato l'articolo el(43) preposto a questi nomi neutri, ma è rarissimo, come el contrario, el resto. Lo alcuna volta si pone appresso il verbo, ma abbonda, come puès siendo esto verdàd como lo ès(44), los quales a vuestro parecèr son muy escuros, y asì ès la verdàd que lo sòn(45).

Essendo stata la lingua hebrea prima di tutte l'altre meritamente s'ha da credere la nostra toscana et la castigliana partecipare di alcuni termini di quella, come se Iddio mi darà vita mi forzerò di mostrare un giorno, per hora dirò solamente che oltre a molti vocaboli della hebrea lingua che queste due tengono, seguono in alcuna parte il modo di quella nel declinare, per ciò che si come nella lingua hebrea saputo il primo caso si sanno tutti gli altri del medesimo numero, variato solamente il numero del piu dal numero del meno, cosi succede nella nostra et nella castigliana, le quali hanno tutti i casi a guisa del primo, variata solamente la terminatione del numero(46) del piu da quella del numero del meno.

Il primo caso adunque de' nomi toscani nel genere del maschio et nel numero del meno si termina in a, e, i, o(47), come pianeta, Enea, papa, duca, poeta, Battista, Petrarca, patriarca, re, ordine, conte, padre, fonte, forte, cortese, felice, prudente, Anchise, Achille, signore, cuore, pari, ogni, Giovanni, Biagi, Luigi, Gualtieri, Neri, Geri, huomo, cavallo, cervo, vescovo, santo, occhio, corpo, secretario. Alcuni terminanano in e et in o, come pensiere, sentiere, destriero, scolaro, cavaliero, martiro; tu, che finisce in u, è pronome e serve al maschio et alla femina, in u finiscono ancora Artu et Gesu.

Nel numero del piu le sopra dette lettere a, e, o si convertono in i et i resta immutabile di maniera che la terminatione del maschio nel numero del piu è in i, come pianeti, pari, huomini, cavalli, santi, dotti, prudenti, invitti, cieli, poli, ponti. Della termitatione de' nomi numerali si dirà al suo luogo, anima' et lacciuo'(49) che si truovano alcuna volta da animale et da lacciuolo sono per accorciamento in luogo di animali et lacciuoli, cui si sopra scrive l'accento circonflesso.

Secondo la sudetta regola, molti nomi mutando la o in i s'havriano da terminare in due ij, ma si terminano in una, come servigio, servigi, essempio, essempi, cappio, cappi, tempio, tempi, paggio, paggi, raggio, raggi, saggio saggi, alcuni però ritengono due ij, come dio, dij, zio, zij, pio pij, essercitio essercitij.

Altri che regolarmente havriano da finire in i nel numero del piu finiscono in a et si servono dell'articolo le secondo molti autori per genere neutro et in luogo de li, come il lenzuolo, le lenzuola, il muro, le mura, il castello, le castella, il ginocchio, le ginocchia, si terminano ancora in a et in i, come le vestigia, i vestigi, le coltella, i coltelli, le braccia, i bracci, i letti, le letta, ma il proprio de la terminatione del maschio nel numero del piu è in i. Pur questi nomi cosi terminati nel maggior numero si concordano con la voce feminile dell'aggettivo, le vestigia sparse(50), le mura volte, due picciole miglia(51), le risa rimase furono(52), la braccia nude, si dice l'uno delle braccia(53). Alcuni chiamano ancor neutri questi nomi corpora, ramora, tempora, per corpi, rami, tempi, alli quali io non vorrei contradire per l'autorità loro, che mi pare che siano della natura di questi altri braccia, risa et simili.

Le voci della femina si terminano naturalmente nel numero del meno in a, e, i, o, u, come anima, vena, sapientia, casa, camera, sala, via, conditione, speme, passione, felice, nutrice, Rodi, Napoli, Malfi, Amarilli, Clori, Filli, Parigi et queste due sono le piu frequenti terminationi della femina. In o et in u sono rarissime, come mano, Dido, Saffo, virtù, tu, gru, ben che tu serve al maschio ancora.

Nel numero del piu la a si converte in e et la e et o in i, come causa, cause, setta, sette, pena, pene, porta, porte, stella, stelle, sorte, sorti, morte, morti, corte, corti, gentile, prudente, prudenti, conditione, conditioni, mano, mani, alcune voci sono che nel numero del meno hanno duo fini in a et in e, et per la regola sudetta in quello del piu si terminano in e et in i, come fronde, frondi, da fronda, fronde, da loda, froda et lode, si fanno lode, frode, lodi, frodi, arme, et armi, da arma, et arme(54). Specie è voce che nell'uno et(55) l'altro numero finisce in e. Oltre a questo, le voci che hanno l'accento grave sopra a e sopra u non si mutano nel numero del piu, come la città, la falsità, le città, le falsità, l'autorità, le autorità, la virtù, ben che in versi si usi la cittáte, la autoritate, citade et autoritade nel singolare, et nel plurale cittati, autoritati, et mutata la t in d, cittadi, autoridadi, et cosi virtù, virtute, virtude, le vertuti, le virtudi.

I neutri de' quali dissi di sopra si terminano in e et in o, come facile, facil cosa, il meglio, la miglior cosa.

Molto piu sono le terminationi de' nomi del maschio castigliani, perciò che non solamente finiscono in vocali, come i nomi toscani, ma ancora in molte consonanti, non per figura o per accorciamento come facciamo noi molte volte nelle nostre voci, ma regolarmente si terminano adunque in a, come gracia, profeta, dia, hypocrita et questa terminatione è frequentissima in d, abàd, in e, alcauhete, alegre, deleyte, bonete, bosque, conde, duque, pobre, in i, maravidì, in(57) l, laurèl, broquèl, cartèl, còl, consul, mugeril, in n, celemìn, ruỳn, rincòn, renglòn, melòn, pàn, mesòn, mastìn, iardìn, capitàn, in o, camino, colorado, desnudo, lloro, luto, montero, mancebo, navio, viejo, in r, olòr, amòr, temòr, regidòr, martìr, in s, Socrates, Xerses, lunes, mès, anìs, in t, nolit, in u, espiritu, in x, bòx, relòx, in y, buey, rey, in z, iuèz, Perez, Rodriguez, e(58) tutte queste terminationi sono del numero del meno.

La femina ancora nel suo genere et nel numero del meno ha molte terminationi, cosi in vocale come in consonante, in a, copa, cebada, calabaça, pierna, parda, vara, vieja, in d, dignidàd, vìd, hermandàd, mercèd, in e, suerte, alegre, corte, pobre, llave, leche, in l, mièl, hièl, cruèl, infièl, in n, religiòn, razòn, passiòn, origen, oraciòn, leciòn, in o, mano, in r, colòr, flòr, in y, ley, in z, boz, hoz, paz, raỳz, nuèz.

È(59) in tutto diversa la formatione del numero del piu de' nomi castigliani cosi del maschio come della femina da quello de' nomi toscani, per che i toscani formano il numero del piu con la mutatione di(60) una vocale in altra o co'l restare la medesima vocale terminandosi regolarmente i nomi toscani in vocali, ma i castigliani hanno altre osservationi, le quali sono che quando si terminano i nomi del numero del meno tanto del maschio quanto della femina in queste vocali, a, e, i, o, u s'aggiunge la lettera s alla vocale del fine, et ne nasce il numero del piu, come profeta, profetas, poeta, poetas, dia, dias, vieja, viejas, princesa, princesas, vara, varas, deleyte, deleytes, bosque, bosques, duque, duques, alegre, alegres, suerte, suertes, corte, cortes, pobre, pobres, llave(61), llaves, maravedì, maravedìs(62), camino, caminos, colorado, colorados, desnudo, desnudos, navio, navios, mano, manos, espiritu, espiritus.

Et quando i nomi castigliani del numero del meno si terminano in qualsivoglia consonante o vero in y greca, per formar il numero del piu vi s'aggiunge tutta questa sillaba es(63) per lo maschio et per la femina, come dignidàd, dignidades, necedàd, necedades, broquèl, broqueles, laurèl, laureles, consul, consules, mugerìl, mugeriles, cruèl, crueles, infièl, infieles, ruỳn, ruynes, rincòn, rincones, renglon, renglones, iardìn, iardines, capitàn, capitanes, orden, ordenes, razon, razones, religiòn, religiones, leciòn, leciones, olòr, olores, amòr, amores, regidor, regidores, martìr, martires, flòr, flores, nolìt, nolites, buey, bueyes, rey, reyes, ley, leyes, iuèz, iuezes, voz, vozes, pàz, pazes, ràyz, rayzes, cortès, corteses, genovès, genoveses, marquès, marqueses; questi nomi anis, lunes, alferez, truovo cosi terminati ne 'l uno come ne 'l altro numero(64).

Generalmente le voci che sono del maschio a toscani, sono del maschio a castigliani ancora, et parimente quelle della femina de toscani appresso castigliani son pure della femina, essempi del maschio sono giorno, dia, fiorino, florìn, sospiro, gemido, martello, martillo, pesce, pescado, scarpello, rallo, sigillo, sello, della femina, stagione, sazòn, miseria, lazeria, fera, fiera, fascia, faxa, allegrezza alegria.

Non dimeno si truovano ancora alcuni nomi che a toscani sono del maschio et a castigliani della femina, come il disordine, la desorden, l'ordine, la orden(65), il ponte, la puente, il colore, la colòr, il costume, la costumbre, il ginocchio, la rodilla, il capo, la cabeça, l'alloggiamento, la posada, il mele, la mièl, il letto, la cama, il latte, la leche, il sangue, la sangre, il fior, la flòr, il lume, la lumbre, il segnale, la señàl, il mare, la màr, delli quali alcuni si truovano usati da castigliani in genere del maschio ancora, come el desorden, el puente, el mar et altri, et per contrario alcuni nomi son della femina a toscani et del maschio a castigliani, come la carta, el papel, la dote, el dote, la valle, el valle.

Dissi che gli obliqui de' nomi toscani et castigliani hanno la terminatione de' suoi primi casi, et è verissimo, ma acciò che si sapesse di qual caso si servissero, i primi autori di queste lingue preposero al 2º, 3º et 6º caso alcune particelle per distintione di essi, le quali giudico haver havuto origine da hebrei, li quali con certe particelle loro distinguono i casi ne gli obliqui solamente, il vocativo con la terminatione del retto non ha particella alcuna, il quale alle volte si pone con l'averbio di chiamare, come udite o cielo, o terra, o mare, et le piu volte si pon solo senza averbio; il primo caso non ha particella alcuna di distintione, per che dinanzi al verbo finito egli solo si pone, il 4º caso ancora non ricerca particella distintiva, per ciò che essendo gli altri distinti dopo'l verbo dove non sarà altra distintione per le piu volte si conoscerà essere il 4º caso; il 2º caso adunque per distintione ha questa particella di nel numero del meno et del piu quando non vi è articolo et non vi s'intende, come di governo, di ingegno, di studio, di huomo, di donna, di pensiero, di giustitia, di donne, di pensieri, di voi, di noi, quando vi è articolo, o vi si intende, si dice del'huomo, de la castità, de gli huomini, de le donne, de' frati, de' giuochi; al 3º si prepone a quando la voce seguente comincia per consonante, cosi del maschio come della femina nell'uno et nell'altro numero, a tempo, a luogo, a monistero, a ninfa, a fonte, a gusto, a legge, a greggi, a prati, a monti, a selve, a colli, a città, a virtù.

Quando poi comincia per vocale, alla a s'aggiunge d per evitare il concorso delle vocali et so bene che mi si possono addurre alcuni essempi in contrario, non di meno questo è l'uso comune, ad huomo, ad hora, ad orizonte, ad arte, ad ubidienza, ad usanza, ad ira, ad inferno, ad armi, ad impeti, ad insidie, ad odij. Come dissi di sopra, al 6º caso si prepone questa particella da in ogni numero et genere, come da nobiltà, da mortali, da odore, da perfettione, da querele, da infortuni, da uccelli, ne voglio qui discutere se da è particella di distintione, come di, de, a, ad, overo è prepositione, basti sapere che come s'è detto s'antepone al 6º caso regolarmente senza articoli come l'altre nel modo predetto.

S'accompagnano ancora queste particelle a tutti gli articoli del maschio et della femina de' nomi seguenti et prima con l'articolo il a questo modo, de 'l monosillabo, che tanto vale quanto de il, che non s'usa et si dice sempre de'l nel singolare, come de 'l proposito, de 'l sobrio, de 'l cibo, et cosi negli altri per una sola l nel numero del meno; in quello del piu si dice de i creduli, de i pusillanimi, de i prelati, de li sermoni, de li denti, de li consigli, de gli specchi, ma nel verso per miglior suono si toglie l'articolo i che vi s'intende con un'apostrofo dopo de, dicesi de' nostri, de' vostri, de' quali, con l'articolo lo nel numero del meno et con larticolo li in quello del piu, si dice de lo con sillabe cosi separate, come de lo operare et tolta la vocale seguendo voce che cominci da vocale alla quale piu s'accosti la l, de l'operare, de l'empio, de l'avaro, de l'iracondo, de l'uccello, de lo stroppio, de lo splendore, de li quali, de li delitti, et con l'articolo la et le, de la humiltà, de la felicità de le immonditie, de le persone, dove non si dice mai di, ma de sempre. Alcuna volta di et de sono superflue, come il povero di Emilio, la infelice di(68) Filomena, la misera della provintia. Queste particelle a, da s'aggiungono a questo articolo il, tolta via la lettera i, cosi a 'l partir, da 'l partir, al freno, da 'l freno, a 'l desio, da 'l desio, et all'articolo i, a i desij, et tolto via l'articolo i, si pone un apostrofo dopo a et dopo da, come a' desi, a' capelli, a' strali, da' desij, da' capelli, da' strali. S'accompagnano ancora con questi articoli lo, li, gli, la, le, come a l'artificio, a li cupidi, agli iniqui, ala materia, a le materie, da l'obligo, da li miei, da gli infimi, da la perfidia, da le perfidie, dove la particella de aggiunta a gli articoli sempre si termina in e et non mai in i, dicendosi del, de lo, de li, de gli, de la, dele et non del, di lo, di li, digli, di la, di le.

Gli articoli ne gli obliqui del maschio si sogliono alcuna volta lasciare nel numero maggiore seguendo le voci che cominciano da consonante, de' colli, a' quali, ne' miei bisogni, ne petti, co' suoi prossimi, co' denti(70), tra' sospiri, co' suoi cavalli et co' suoi fanti(71).

Ne per questo seguita che alle volte non gli ritengano, sopra i mortali(72), ne i loro costumi(73), co i lor passati(74), in su il letticello(75), a i felici, fuor che con de, per che non paresse il nome dei.

Lo, la perdono la vocale seguendo la voce che comincia per vocale, l'occhio, l'inimico, l'errore, l'ombra, l'alma, l'arte. Occorre ancora che questi articoli ritengono la vocale come di miglior suono et la voce seguente la perde, lo 'nganno, lo 'nvito, lo 'ntelletto lo 'ngegno, lo 'mperadore, lo 'mperio, la 'ngiuria, la 'nvidia(76).

L'una et laltra la perde ancora, l'envio, l'envoglia(77), ma la voce seguente converte la sua in e.

Il perde la vocale precedendo alcuna voce ch'habbia la vocale nel fine, come dopo 'l verbo, tra 'l verbo, tutto 'l di, in su 'l partire, ve 'l dirò. Si perde la n della voce precedente et vocale dell'articolo quando si dice co'l guadagno, no 'l patisce.

Dicono alcuni che l'articolo le nelle prose poche volte perde la e(78), non dimeno ritruovo che infinite volte sta senza essa, tra l'altre volte, l'ombre di coloro. Si truova alcuna volta la voce che comincia per vocale perderla dopo le, come le 'mpegna.

Aggiungendo si queste particelle de, a, da a gli articoli lo, li, la, le si trovano(80) di due dettioni(81) et con una sola l, cosi delo, a lo, dalo, deli, ali, dali, dela, a la, da la, dele, ale, dale et ancora di una dittione sola raddoppiandosi la l, dello, allo, dallo, dello, alli, dalli, della, alla, dalla, delle, alle, dalle et acciò che si faccia et si sappia alcuna distintione, potremo nel verso usar li con semplice l et in prosa con l doppia, avertendo che gli articoli per compagnia di qualsivoglia particella di caso non perdono i luoghi proprij, li quali secondo la distintione di sopra fatta ho dimostrato loro convenire.

Al neutro s'aggiungono le particelle di, de, a, da con gli articoli et senza, come al maschio nel numero minore senza differenza.

Alcune voci ricevono nel 2º, 3º et 6º caso le particelle di, a, da ne si usano con articoli, come di dio, a dio, da dio, et cio nel primo numero di questo nome et li pronomi di me, a me, di noi, a noi, da noi. A nomi proprij non si da articolo, per che non si dice il Pietro, del Pietro, il Pietro, dal Pietro, ma si dice con le particelle nel 2º, 3º et 6º caso, di Pietro, a Pietro, da Pietro, la Dio merce si dice per la merce di Dio(83), tolta la particella di, del 2º caso, con le parti del corpo senza articolo spesso, mettere le mani in seno.

Quando la 2ª voce è della prima vogliono alcuni(84) che habbia l'articolo se l'ha la prima, come la corte del paradiso, gli animali de la terra, le stelle del cielo, l'ingegno della donna, et che non l'habbia quando la prima non l'hà, come corte di paradiso, animali di terra, stelle di cielo, ingegno di donna et non si può negare che non sia regola degna da osservarsi, ma si truovan pur mille fallentie, come l'acqua di fonte, il pericolo di mare et infinite altre.

Dissi di sopra che la particella di si dà al 2º caso quando non vi è ne vi s'intende articolo et, per che alcuni non saperanno quando vi habbia da essere l'articolo o nò et quando vi si habbia da intendere o nò, avertasi che sono molte voci che non hanno ne possono havere articolo, come me, te, se, noi, voi, questi, questo, quegli, cotesto, colui, costui, lui, lei, in ogni genere et numero et molti aggettivi, tutti, ogni, molti et molti nomi proprij, Piero, Giovanni, Roma, Vinegia, Napoli, Urbino, et in questi si prepone la di al 2º caso, per che non vi è ne vi s'intende articolo, come ne seguitò la morte di molti(85), la moltitudine di quelli(86).

Ne gli altri poi, cosi del maschio come de la femina, che possono havere articoli nel minor numero, se vi è articolo non si dice mai se non de, dell'oggetto, del corso, de la vita, se non vi è articolo et non vi si può anco intendere, si dirà sempre di, di oggetto, di corso, di vita, nel numero maggiore, delli medesimi che possono havere articolo alcuna volta vi sarà articolo et all'hora vi si dice de, de gli oblighi, alcuna volta non vi è articolo, ma vi s'intende et ciò accasca al maschio solo et parimente si dice de' buoni, de' fatti loro, de' frati.

Ma di qui nasce un'altro dubbio et è che poi che dette voci che possono havere l'articolo nel numero maggiore alcuna volta l'hanno alcuna volta nò, ma vi si intende, altre volte non l'hanno, ne vi si intende, resta la persona confusa, non sapendo se 'l dar l'articolo a simili voci et il toglierlo nel 2º caso è arbitrario o legale, però s'ha da notare che quando la voce seguente è di quelle che possono havere articolo se la precedente l'hà, la seguente ancora l'ha d'havere, cosi i fiori del giardino, la potenza delli christiani, nel tempo della pace, co'l pericolo del mare et quando la voce precedente non l'ha, ne la seguente ancora l'ha d'havere, come fiori di giardino, tempo di pace, pericolo di mare. Quanto poi all'intendervisi l'articolo succede, quando l'articolo per la ragione predetta si deve et si toglie, il che accade al maschio solo nel maggior numero, come il silentio de' frati, dalla licentia de' poeti, l'hore de' matutini, dove essendo l'articolo nella voce precedente s'haveria da ponere nella seguente ancora, cosi il silentio de i frati, l'hore de i matutini, ma togliendovisi con l'apostrofo dopo la et si dimostra che vi si deve et vi s'intende, et però ricerca la particella de, et non di.

Si truovano essempi in contrario a questa regola et con effetto alcuna volta non si può cosi a punto osservare, come alcuno dimenamento di palco de la casa(91), dove dire dovevasi di casa. Vogliono alcuni che quando s'intende d'una cosa certa et speciale si dica la seguente con de et con articolo o tacito o espresso, ancor che la prima non l'habbia, come intendendosi d'una donna speciale si dica per crudeltà della donna amata, et d'una donna in generale, per crudeltà di donna amata, et dicendosi alcun dimenamento di palco della casa, intendasi della casa in particolare, della quale spetialmente si ragiona.

Et quando si parlerà di cosa detta poco prima, succederà il medesimo et parlandosi di cosa generale vogliono alcuni che si possa usare di senza articolo con la voce seguente, ancor che la precedente habbia l'articolo, come la gravita di cortigiani, i disaggi di soldati.

La regola in effetto è bella et degna di molta osservatione et quantunque si truovino essempi in contrario non è da maravigliarsi, perche fra l'altre imperfettioni nostre in questo mondo tenemo questa et è grandissima che in tutte le discipline liberali si truovano contrarietà infinite et dubij molte volte in estricabili, et ciò credo io che succeda permettendolo Iddio ad eruditione de christiani, accio che s'aveggano che ogni dottrina è posta in ambiguo eccetto quella di amare, di servire et d'adorare la maestà sua eterna co' santissimi santi suoi, la qual dottrina sola è quella che per fede sa, intende et crede i misteri divini raccolti nel grembo della santa romana, ortodossa et catolica chiesa.

Ne solo questo succede nel 2º caso, ma ne gli altri ancora, i quali hanno l'articolo o non l'hanno secondo che la voce precedente lo lascia o lo ritiene, come riverenza si deve a religiosi, la riverenza si deve alli religiosi, i libri piacciono a gli huomini letterati, quanto è da cielo in terra(94) et quanto è dal cielo alla terra.

Con le parti del corpo non si osserva in tutto questa regola, dicendosi si pose la mano in seno, si pose il peso in collo, levossi la laurea di capo, ma pur si dirà tirarsi la barba al petto, ponersi la mano alla barba(95).

I castigliani ancora hanno le sue particelle distintive de' casi obliqui et sono de per lo 2º caso, a per lo 3º, de per lo 6º et servono al maschio, alla femina, nel uno et l'altro numero, et al neutro con gli articoli et senza, ne vi si raddoppia la l ne vi truovo in effetto variatione alcuna eccetto che alcune voci ammettono le particelle de, a, de senza articoli, come nelli pronomi et in alcuni altri pochi et non si congiungono mai agli articoli la, lo, les, las, ma si pongono separatamente, come de la reyna, de la hembra, de la hambre, de la rèd, de la reja, de lo mucho, de lo poco, de los suegros, de los sueltos, de los podencos, de los monederos, de las monas, de las multas, de las naçorras, de las noches, i quali essempi possono essere del 2º et 6º caso, ala honrra, ala oportunidàd, ala señora, ala cuna, alo gastado, alo hallado, alos montones, alos millones, alos lienços, alas afficiones, alas guedejas.

Solo l'articolo el si congiunge con le particelle de et a et tolta via la e dinanzi ala l, si dice del nel 2º et 6º caso et al nel 3º del numero solo del meno, come del hongo, del lloràr, del mandado, del ojo(96), al padrasto, al pesàr, al perlado, al señòr, benche si possa anco dire separato in virtù dell'apostrofo, cosi de 'l, a 'l.

Vedendo che i castigliani usano la particella de nel 2º et 6º caso, non posso lasciar di dire che giudico questo uso tolto da greci, quali non havendo il 6º caso si servono del 2º et del suo articolo per lo 6º caso, come ben sa chi ha studiato la lingua greca, onde o convien dire che de serve al 2º et 6º caso o che i castigliani non hanno 6º caso, ma usano il 2º per lo 6º et se ciò fosse vero, bisognerebbe ancor dire che la prepositione en o vero(98) altra simile non si da al 6º, ma al 2º caso.

Non mi pare fuori di proposito ponere qui alcune variationi de nomi toscani et castigliani con le particelle sole et con gli articoli ancora secondo le regole di sopra dimostrate.

 

 

 

VARIATIONI DE' NOMI TOSCANI

 

Numero del meno:

 

Signore primo caso, di signor 2º, a signore 3º, signore 4º, da signore 6º.

 

Numero del piu:

 

Signori, di signori, a signori, signori, da signori.

 

Donnadi donnaa donnadonnada donna
Donnedi donnea donnedonneda donne
Il pensierodel pensieroal pensieroil pensierodal pensiero
I pensieride i pensieria i pensierii pensierida i pensieri

 

Dirassi ancora con li alle volte nella prosa, ma li non è suo articolo.

 

Li pensieridelli pensierialli pensierili pensieridalli pensieri
L'huomodell'huomoall'huomol'huomodall'huomo
Gli huominidegli huominiagli huominigli huominida gli huomini
Lo spiritode lo spiritoalo spiritolo spiritoda lo spirito
Lo spiritodello spiritoallo spiritolo spiritodallo spirito
Gli spiritide gli spiritia gli spiritigli spiriti(99)da gli spiriti
Il ditodel ditoal ditoil ditodal dito
Le ditadelle ditaalle ditale ditadalle dita
La vitade la vitaala vitala vitada la vita
Le vitede le viteale vitele viteda le vite
L'animade l'animaa l'animal'animada l'anima
L'animede l'animea l'animel'animeda l'anime

 

Come fu detto di sopra, dopo le particelle de, à, da si raddoppia la l in prosa, ma non in verso. Il quinto caso detto vocativo è simile al primo nelli nomi toscani et castigliani. Il neutro si è ristretto nel maschio nel numero del meno, ma nel numero del piu dicon molti che son quelli che finiscono in a, come le ginocchia, le braccia et altri somiglianti. I nomi agettivi, cosi toscani come castigliani, si riducono alla declinatione delli nomi sostantivi.

 

 

 

VARIATIONI DE' NOMI CASTIGLIANI

 

Hombrede hombrea hombrehombrede hombre
Hombresde hombresa hombreshombresde hombres
El hombredel hombreal hombreel hombredel hombre
Los hombresde los hombresalos hombreslos hombresde los hombres
Hembrade hembraa hembrahembrade hembra
Hembrasde hembrasa hembrashembrasde hembras
La hembrade la hembraala hembrala hembrade la hembra
Las hembrasde las hembrasalas hembraslas hembrasde las hembras
El animadel animaal animael animadel anima
Las animasde las animasalas animaslas animasde las animas
Muchode muchoa muchomuchode mucho
Lo muchode lo muchoalo mucholo muchode lo mucho

 

Da gli essempi proposti di sopra si conosce che l'una et l'altra lingua possede i suoi nomi sostantivi et aggettivi et qui mi occorreria fare molte divisioni de' nomi di sostanza, ma per hora porrò solamente alcuni nomi proprij lasciando il resto per lo dittionario, quale presto si dara in luce piacendo a Dio.

 

 

 

NOMI PROPRIJ TOSCANI

 

Antonio, Andrea, Arrigo, Bonifacio, Basilio, Carlo, Clemente, Cosmo, Camillo, Cesare, Domenico, Decio, Damiano, Dionigi, Egnatio, Egidio, Francesco, Fabio, Filippo, Felice, Gregorio, Girolamo, Giovanni, Giuliano, Giustino, Lodovico, Lucio, Luca, Mattia, Marco, Mutio, Martino, Marcelli, Nicolò, Horatio, Piero, Paulo, Ricardo, Roberto, Settimio, Silvestro, Scipione, Tomaso, Terentio, Vicentio, Vitale.

Sono ancora alcuni nomi diminutivi che cosi piu dal volgo che da altri si usano, Andreuccio, Nicoluccio, Petruccio, Pauletto, Franceschetto, Franceschello, Paulino, Giovannino(101), Ambrogiuolo, et nomi di dispregio, Andreaccio, Paulaccio, Matteaccio, Perotto, Giannotto. Agnese, Agata, Apollonio, Anna, Antonia, Beatrice, Benedetta, Chiara, Caterina, Camilla, Dorotea, Diana, Emilia, Filomena, Elisa, Giustina, Giovanna, Girolama, Hisabetta o Isabella, Helena, Lucia, Laura, Laudomia, Lucretia, Margherita, Maddalena, Maria, Paula, Virgilia, Vittoria, Violante et questi diminutivi, Giannetta, Giannina, Margherituccia, Margheritina, Margheritella.

 

 

 

NOMI PROPRIJ CASTIGLIANI

 

Alfonso, Andrès, Augustìn, Antique, Alexandre, Adriàn, Alexos, Bartholomè, Belenguèr, Blàs, Carlos, Celedòn, Clemente, Cebriàn, Cosme, Diego, Domingo, Enrrique, Fadrique, Fabiàn, Gaspar, Gabrièl, Gomez, Gonçalo, Hurtuno, Hernando, Hieronymo, Iuàn, Ieorge, Iuliàn, Luỳs, Lucas, Melchiòr, Marcos, Miguèl, Nicolàs, Nofre, Ordoño, Pedro, Pablo, Phelippe, Ramiro, Rafaèl, Ramirez, Rodrigo, Sancho, Santiago, Salvadòr, Thomàs, Trinidàd, Vicente, Ximeno, Ynigo.

Anna, Aguada, Aldonza, Agustina, Beatriz, Brigida, Barbara, Belenguera, Catalina, Clara, Candida, Costança, Citeria, Dorotea, Francisca, Phelipa, Florencia, Gracia, Guiomàr, Hieronyma, Iuana, Iuliana, Luzia, Leonòr, Luysa, Maria, Madalena, Mencia, Marfisa, Orosia, Polonia, Rafaela, Sancha, Teresa, Violante, Urraca, Ximena, Ysabel, Ynès, Ypolita.

Non è già intentione mia di raccontar tutti i nomi proprij de gli huomini et delle donne, che sono infiniti, ma ho voluto solamente poner qui questi pochi per mostra come ancora faccio de' seguenti nomi di alcune poche casate, come d'Aragona della Rovere, di Montefeltro, Farnesi, Sanseverino, Medici, Piccol'homini, Carraffa, Monte, Lamberti, Agolanti, Peppoli, Visconti, Galli, Allessandri, Massimi, Fabij, Ghisilieri, i quali nomi s'usano(10301) diversamente, perciò che alcuna volta si pongono con articolo et alcuna volta senza, come Don Antonio d'Aragona, Donna Maria d'Aragona, Guidobaldo di Monte Feltro, Guidobaldo della Rovere, Isabella di Monte Feltro et della Rovere; alcuni si terminano in i con la particella di et senza, come Giovanni di Piccol'homini Beatrice di Piccol'homini et Giovanni Piccol'homini et Beatrice Piccol'homini, dove s'intende la di. Si pongono ancora senza articoli et si variano come aggettivi co 'l maschio et con la femina nel'uno et l'altro numero, come Giulio Sanseverino, Portia Sanseverina, altri si pongono indeclinabili co 'l maschio et con la femina senza particella de et senza articolo nel numero del meno, come Ferrante Carraffa, Giulia Carraffa.

Alcuna diversità di dire retengono i nomi di famiglie tra castigliani(104) ancora, de' quali alcuni si pongono con la particella de solamente senza articolo per lo maschio et per la femina, de Acuña, de Azebedo, de Albornòz, de Benavides, de Carvajal, de Cabrera, de Çunica, de Cordova, de Cardenas, de Figueroa, de Guevara, de Guzmàn, de Leòn, de Mendoça, de Padilla, de Quiñones, de Tovàr, de Toledo, de Velasco, de Vega, alcuni tengono l'articolo ancora, come de la Cerda, de la Cueva.

Si pongono ancora senza particella et senza articolo invariabilmente per lo maschio et per la femina, come Don Ynigo Davalos, Doña Antonia Davalos, dove accidentalmente mi occorre notare Davalos doversi dire et scrivere di una parola sola et non d'Avalos con apostrofo et di due parole, Miguel Anrriquez, Ysabel Anrriquez, Hernando Manrrique, Hieronyma Manrrique, Rodrigo Osorio, Luysa Osorio, Diego Pimentèl, Marfisa Pimentèl, Ynigo Sarmiento, Beatriz Sarmiento, s'usano ancora nel numero del piu quando si parla di piu persone, come Manueles, Enrriquez, Manrriquez, Pimenteles, Mendoças, Cordovas, Pachecos, Çunigas, Fajardos, Aguilàres.

Essendo i nomi numerali tanto necessarij et in uso tanto frequente li porrò qui per l'una et per l'altra lingua.

 

 

 

TOSCANI

 

Uno del maschio, una de la femina nel minor numero, uni m. et une f., nel maggiore et si dice Giulio haveva due figli, l'uno era una giovane di 15 anni et l'altro era huomo di 34 anni.

Due in ogni genere, duo del maschio et del verso(105), dui per necessità del verso, dua s'ha da fuggire nello scrivere. Si dice l'uno et l'altro, tutti et due, tutti e due, ambe due, ambi nel verso et ambo, tre, quatro, cinque, sei, sette, otto, nove, diece(106), undeci, dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici, dicisette, diciotto, dicinove, venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta, cento(107), dugento, del maschio et della femina et similmente trecento, quattrocento, cinque cento, sei cento, settecento, otto cento, nove cento, mille, dumila, tremila, et cosi gli altri et dicesi millia ancora, onde si fa un migliaro, due migliari, tre migliari et un migliaio, due migliaia, tre migliaia, et un millione, due millioni et altri.

 

 

 

CASTIGLIANI

 

Un m., una f., unos m., unas f., dos m., f., tres, quattro, cinco, seys, siete, ocho, nueve, diez, onze, doze, treze, quatorze(108), quinze, deziseys, dezisiete, deziocho, dezinueve, veynte, treynta, quarenta, cinquenta, sesenta, setenta, ochenta, noventa, ciento, cien, dozientos, as, trezientos(109), as, quatrocientos, as, quinientos, as, seycientos, as, setecientos, ochocientos, novecientos, mil, dos mil, tres mil et cosi gli altri, un(110) millon, dos millones, tres millones.

I nomi antichi latini, greci et hebrei solemo noi per la maggior parte con alcuna mutatione over aggiuntione o diminutione ridurre alla nostra lingua toscana, come Socrate, Filemone, Platone, Enea, Anchise, Acate, Achille, Giove, Giunone.

Ritengono castigliani gran parte di questi nomi immutabili tra le sue voci, come Socrates, Iupiter, Iuno, Mars, Ceres, Phalaris, Esayas, Crestes, Eneas, Hercules, Epaminundas et questo mi pare che usano assai nelli nomi che finiscono in s, Paris, Achilles, Euripides.

Hanno toscani i suoi diminutivi, poppillina, farsettino, cameruccia, lettuccio, novelletto, giovannetto, pratelio, particella assettatuzzo, faviluzza et altri. Et cosi castigliani cico, bonico, chiquito, artezilla.